Riconciliazione e unità. L'invito dei leader religiosi alla Scozia

Il segretario dei vescovi scozzesi auspica che la delusione degli sconfitti venga rapidamente smaltita e che la dottrina sociale cattolica abbia “un impatto sulla vita pubblica”

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A pochi giorni dalla chiusura delle urne, in Scozia le tensioni faticano ancora ad allentarsi. Il referendum ha sancito la vittoria dei favorevoli a mantenere il Paese nel Regno Unito ma, al di là del risultato, ha anche dilatato ferite e divisioni che affondano le radici nella storia. Mentre il Primo ministro Alex Salmond ha presentato le proprie dimissioni, scontri e arresti si sono registrati a Glasgow nelle ore successive alla fine del voto.

Un invito all’unità della Scozia giunge dal moderatore (una sorta di portavoce) dell’Assemblea generale della Chiesa nazionale presbiteriana, il pastore John Chalmers. “Spero che tutti si impegnino a lavorare insieme, abbandonando la logica del ‘noi contro loro’ e abbracciando con convinzione quella del ‘noi’”, ha detto Chalmers.

Nel post-referendum il pastore ha evidenziato che “ci sono coloro che sono euforici o almeno distesi, e ci sono coloro che si dicono disperatamente delusi. Ci vorrà tempo per alleviare sentimenti come questi e voglio che nessuno pensi che ci sia una soluzione rapida”. Chalmers ha dunque aggiunto: “Mi aspetto da parte dei vincitori che evitino ogni trionfalismo e che pensino al futuro della Scozia senza escludere quelli che oggi sono delusi e abbattuti”.

Prima delle elezioni, secondo alcuni osservatori come il professor Tom Devine, storico scozzese che ha scritto sul tema un editoriale sul Times, il voto dei cattolici avrebbe dovuto avere un peso importante sull’esito. I sondaggi pre-elettorali davano il 30% degli elettori cattolici favorevole all’indipendenza.

Ora la Chiesa di Scozia interviene per invocare unità e riconciliazione. Padre Tom Boyle, assistente del segretario generale della Conferenza episcopale scozzese, ha invitato i cattolici a rimanere impegnati in questioni politiche. Il sacerdote ha auspicato che venga “colmato il divario” tra le due fazioni, e che la delusione da parte degli sconfitti “possa essere guarita abbastanza rapidamente”. Gli scozzesi – secondo padre Boyle – “sono bravi ad agire insieme”.

Il segretario della Conferenza episcopale scozzese si augura che “i valori della dottrina sociale cattolica” possano avere “un impatto sulla vita politica in Scozia e nel resto del Regno Unito”. L’ingresso della Chiesa cattolica nella sfera pubblica – secondo padre Boyle – “potrebbe agevolare le istanze dei pro-life”.

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Federico Cenci

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