Isee: provare per credere

Il Forum delle Associazioni Familiari: “Le famiglie chiedono un anno di sperimentazione per evitare il ripetersi del mistero buffo dell’Imu”

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Già dalla legge di stabilità, così com’è uscita dal Senato, le famiglie italiane hanno raccolto solo delusioni. Ora a rendere ancor più amaro il prossimo Natale rischia di mettercisi anche la riforma dell’Isee. “Avevamo già segnalato nei mesi scorsi le molte criticità contenute nel decreto che meritoriamente si propone di innovare uno strumento fondamentale per l’accesso a tanti servizi erogati dagli enti pubblici” commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. “Restiamo convinti che il valore della prima casa sia assolutamente sovrastimato col risultato di penalizzare chi ha risparmiato per i propri figli”, prosegue, “inoltre rimane insoddisfacente la scala di equivalenza in particolare per le famiglie con figli, ancor più se in situazioni di particolare disagio (presenza di disabili, di figli minori, famiglie monogenitoriali etc.).

Secondo Belletti: “La scala di equivalenza così come è stata disegnata dal ministero non valuta in modo realistico l’effettivo impatto del costo dei figli al crescere del loro numero: in base ai dati ISTAT il primo figlio ha un costo pari mediamente a 0,5 volte il costo di un adulto, 0,62 il secondo, 0,78 il terzo e così via, costi ben superiori a quanto riconosce la scala Isee approvata ieri mattina”. Un’adeguata valutazione del costo dei figli, per il presidente del Forum, “oltre a rappresentare una misura di equità e giustizia sociale costituirebbe anche un segnale forte di lotta alla denatalità, vera emergenza sociale”.

“Come Forum – aggiunge – avevamo sollecitato una rivisitazione della proposta iniziale. Una sollecitazione raccolta anche in sede parlamentare. Studieremo accuratamente il decreto per capire quanto è stato raccolto di quelle grida dall’allarme”. Intanto però si rinnova “la richiesta di un periodo sperimentale e di una conseguente verifica finale a cui partecipino anche i rappresentanti delle famiglie. Anche perché così, dialogando con le associazioni, forse si eviteranno i gravi errori recentemente commessi su Imu ed esodati. Perché poi a pagare – conclude Belletti – sono sempre e solo i cittadini e le famiglie”.

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ZENIT Staff

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