A fronte della crisi educativa e del logorarsi delle relazioni è necessario rinsaldare i legami, farlo con gratuità, veicolare fiducia. I messaggi che chiudono il Festival di Scienza & Vita “La vita non è sola” che si è tenuto sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre a Bologna, sono nel segno della positività, del recupero di testimonianza autentica, della ricerca della verità. Un’esperienza di comunicazione diversa, fuori dagli schemi del convegno che si è dipanata in due giorni di spettacolo, di incontri e che ha visto la partecipazione attenta e coinvolta del pubblico che ha affollato i caffè delle conversazioni scientifiche.
“La vita non è sola è l’inizio di un nuovo modo di confrontarsi in un ambito culturale ampio e variegato che include un dibattito non solo sugli aspetti tecnico scientifici ma sul significato che questi interventi possono avere sulla concezione dell’uomo” – sottolinea Domenico Coviello, copresidente nazionale di Scienza & Vita – “Se la tecnologia ha reso l’uomo più solo, il dialogo e il recupero della relazione possono riportare la tecnologia al servizio dell’uomo”.
Dopo la lezione inaugurale del sabato a cura del filosofo Salvatore Natoli, presentato dal copresidente nazionale Domenico Coviello, e dal filosofo Adriano Fabris, la manifestazione ha vissuto un intenso momento di poesia e musica con Davide Rondoni e l’orchestra di Ambrogio Sparagna.
Oggi, Domenica, nella splendida cornice dell’Oratorio di S. Filippo Neri, Luciano Violante, Sergio Belardinelli, Paola Ricci Sindoni e Piero Damosso hanno animato la tavola rotonda che ha chiuso l’evento.
Per Luciano Violante “In una società in cui non nascono legami se non dettati dalla convenienza, è importante recuperare il concetto della gratuità” e, parlando di bioetica ha aggiunto: “Il confronto su questi temi in politica è stato usato come conflitto l’uno contro l’altro e il dibattito è stato penalizzato dalla tendenza a giudicare, quando invece bisognerebbe ascoltare e capire”.
“La vita non è mai facile e dobbiamo imparare ad amarla anche nelle difficoltà” ”- ha ricordato il sociologo Sergio Belardinelli – “Ma vi è la convinzione diffusa che non ci sia nessun criterio di validità nei discorsi e che ciascuno possieda la verità ma non si può pensare di accantonare il principio di verità”.
“Dire la verità sulle questioni bioetiche non significa predicare principi astratti ma recuperare autorevolezza capace di attivare pratiche di libertà che partano dalla condivisione di principi costitutivi. Gli incontri di questi giorni e i caffè scientifici ci hanno ricordato che la scienza buona è quella che va sostenuta e incoraggiata” – ha concluso Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale Scienza & Vita – “C’è bisogno di punti fermi positivi, di educazione, di veicolare le buone notizie”.