Perché una rivista di questo tipo?
“Il Gruppo San Paolo ha voluto colmare un vuoto e offrire un periodico nel solco della buona stampa, che punta non solo alla salute del fisico ma soprattutto al benessere interiore. Nella società contemporanea si è infatti consumata una separazione tra anima e corpo che è innaturale”. Spiega così la filosofia del nuovo mensile del Gruppo san Paolo il suo direttore Giuseppe Altamore. BenEssere – La salute con l’anima, 90 mila copie tra edicola, parrocchie e abbonamenti, desidera portare lo spirito del beato Giacomo Alberione (fondatore di Famiglia Cristiana, convinto della grande capacità evangelizzatrice dei nuovi media) anche in un campo, come quello della salute, che troppo spesso viene ridotto alla semplice “analisi” delle funzionalità del corpo. L’idea della San Paolo, invece, è quella che per stare bene c’è bisogno di un’armonia e un equilibrio tra corpo, mente e anima.
Continua Altamore: “Ci preoccupiamo soprattutto del nostro aspetto esteriore e cerchiamo di essere in buona salute. Ma nella ricerca spasmodica di un aspetto “perfetto”, da ottenere con il fitness ossessivo e la chirurgia estetica di massa, dimentichiamo la nostra vera natura di creature trascendenti proiettate nell’eternità. Con BenEssere cerchiamo di intercettare un bisogno diffuso e trasversale di valori autentici che nel campo della salute significa stare bene anima e corpo”.
Che c’entra con la spiritualità cristiana?
“Nella visione biblica, corpo e spirito costituiscono i due aspetti di un’unica realtà inscindibile e senza contrapposizione. Diceva Tertulliano: Caro cardo salutis, la carne è il cardine della salvezza. Per tutti coloro che si riconoscono nel messaggio cristiano, la guarigione del corpo ha un significato che non è solo esteriore. Mi piace ricordare le parole di Enzo Bianchi, priore di Bose: “Non ci dovrebbe essere nel cristianesimo un’angoscia nei confronti della carne, un cinismo verso il corpo; il corpo è santo nella sua carne“.
Non si corre il rischio di alimentare il culto del corpo che tanto ha dominato nelle società avanzate?
“BenEssere non enfatizza mai il corpo. Siamo consapevoli che l’accento sulla fisicità, tipica di altri periodici del settore, nasconde paradossalmente il disprezzo del corpo, quale elemento di inevitabile fragilità. Ma è soltanto riscoprendoci uomini e donne spirituali che possiamo contrastare questo tipo di malessere diffuso, che nasconde un vacuo desiderio di eterna giovinezza”.
In che modo la cura del corpo va insieme alla cura dell’anima?
“Noi abbiamo una visione organica della persona, per questo il nostro mensile offre tre aree di interesse: Essere e benessere, Cibo e salute, Noi e gli altri. In queste sezioni, passiamo dalla medicina al rapporto tra l’alimentazione e il benessere per finire con gli argomenti più legati alla sfera psichica e alle relazioni con gli altri. Grazie ai numerosi esperti che rispondono alle lettere e alle e-mail che giungono in redazione, cerchiamo di essere una guida per essere in armonia con noi stessi e con gli altri e per mantenerci in buona salute il più a lungo possibile”.
Quali sono gli obiettivi che intendete raggiungere?
“Grazie all’impegno del direttore generale Maurizio D’Adda e al costante intervento delpublisher Marco Basile, vogliamo raggiungere una diffusione più capillare, soprattutto nelle parrocchie, perché riteniamo che BenEsserepossa essere uno strumento della pastorale della salute, come testimonia la rubrica di don Carmine Arice, responsabile della pastorale della salute della Cei, che ogni mese sottolinea gli aspetti più sensibili sul piano spirituale”.