Lettura
La messa del giorno di Natale celebra lo splendore della manifestazione del Verbo fatto carne, il compimento mirabile della salvezza promessa che risplende per tutti gli uomini. Il canto al Vangelo annuncia solennemente la gioia del Natale: «Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti ad adorare il Signore; oggi una splendida luce è discesa sulla terra». La luce discesa sulla terra illumina il mondo, e il Verbo, attraverso cui tutte le cose sono state create, rinnova l’universo e lo ricrea rinnovandolo con la potenza della sua grazia.
Meditazione
Il prologo del Vangelo di Giovanni è uno degli apici della rivelazione. In questo testo mirabile l’evangelista riassume i temi portanti del suo Vangelo, offrendoci una sintesi straordinaria e originale della storia della salvezza. Essa ci appare, infatti, nella luce dell’Incarnazione descritta con un’immagine potente e ardita, posta al centro del prologo: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». L’avvicinamento dei due termini del “Verbo” e della “carne” già ci stupisce, ma l’affermazione che l’uno è divenuto l’altro ci colpisce profondamente. L’espressione, infatti, descrive una sorta di “corto circuito” in cui Dio-Verbo si fa carne-creatura. Inoltre, il termine “carne” indica la debolezza della natura umana e non soltanto l’umanità: è l’affermazione del mistero inaudito che si realizza nell’Incarnazione. Dio sceglie la via della povertà, vuole abbracciare l’uomo nel suo stato di fragilità per salvarlo e riportarlo presso di sé. Nel suo amore infinito Egli ricrea l’universo facendo una nuova creazione, riplasmando in Cristo Gesù l’uomo nuovo e ricreando l’immagine del Figlio in noi, che il peccato aveva deformato. Tutto è stato creato per mezzo del Verbo e tutto viene ri-creato per mezzo suo. La testimonianza di Giovanni Battista proclama il legame che unisce l’Incarnazione alle profezie, è la continuità con l’alleanza di Abramo che finalmente trova compimento in Cristo. La Sapienza eterna, il Verbo di Dio, il Figlio unigenito del Padre rivela finalmente il volto di Dio parlando il linguaggio degli uomini; attraverso la loro stessa carne fragile e debole Dio rivela la verità e l’amore. Nell’Incarnazione, la carne del Verbo fatto uomo diviene la mediazione, lo strumento di salvezza e il ponte che ci unisce a Dio.
Preghiera
O Verbo fatto carne, o Figlio Unigenito di Dio, io ti invoco, salvami. Tu che sei sceso fino a me per salvarmi dal peccato e dalla morte, tu che hai preso su di te la debolezza e la fragilità di ogni uomo per restaurare ciò che era rovinato dal peccato, donami la salvezza, cambia la mia miseria in redenzione.
Agire
Sceglierò con Cristo la via dell’umiltà e del servizio: cercherò, nella vita quotidiana, ad imitazione del Verbo incarnato, di far mio per amore il dolore e le necessità degli altri.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturali, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it