Domenica scorsa abbiamo assistito ad un evento molto significativo per la vita della Chiesa e della società intera: la celebrazione degli anziani con papa Francesco nell’abbraccio del colonnato del Bernini a Piazza San Pietro.
Tanti anziani pellegrini sono accorsi a questo provvidenziale appuntamento. La loro gioia di vivere testimoniata da quegli sguardi pieni di umanità e dolcezza, le loro testomonianze che hanno lasciato trasparire una fede viva e carica di speranza, il loro essere deboli fisicamente ma forti nello spirito, sono tutti tratti esistenziali che manifestano la grande umanità e dignità dell’anziano.
Ma tutto questo sembra essere in contraddizione con la mentalità di questo mondo, che compie, con egoistica indifferenza, lo scarto degli anziani. L’anziano, giunto alle soglie della pensione, viene considerato inutile dalla società, perchè ha perso il suo valore produttivo, come se una persona venisse valutata esclusivamente per la sua attività lavorativa o per quanto reddito sia stato capace di produrre.
Papa Francesco ha affermato che l’anziano è l’assicurazione della nostra fede e la saggezza della Chiesa. Gli anziani sono la memoria della storia, i custodi degli eventi del passato che possono illuminare con saggezza le vicende del presente.
Proprio per queste ragioni gli anziani sono indispensabili, prima di tutto, per i giovani. I nipoti hanno la potenzialità di acquisire dai nonni una serie di esperienze che sono fondamentali per una armoniosa crescita umana e spirituale. Quando i nipoti trascurano i nonni, creano un frattura con il loro passato, rendendo incerto il loro futuro. La missione educativa dei genitori è proprio quella di creare e favorire il ponte tra passato e futuro, ossia tra i nipoti ed i nonni.
Quando nascono divisioni e incomprensioni dentro le famiglie, vengono minate la relazioni tra nonni e nipoti. E la conseguenza di questa frattura conduce ad un allontanamento dalla propria storia e a rendere incerto il futuro delle nuove generazioni. L’identità dei nonni e dei genitori determina il senso di appartenenza delle nuove generazioni. Le piaghe dell’alcolismo, della dipendenza dalle droghe, dell’abuso della sessualità, dell’uso eccessivo dei nuovi strumenti di comunicazione, sono tutte conseguenze dirette della perdita del senso di appartenenza familiare.
Tutte le stagioni della vita si aprono ad una successiva: l’infanzia prepara all’adolescenza, l’adolescenza precede la gioventù, la gioventù apre le porte alla maturità, la maturità anticipa l’anzianità, l’anzianità accompagna alla vecchiaia.
Ma dopo la vecchiaia non esiste un’altra stagione della vita su questa terra. Se la speranza umana lascia intravedere sempre una nuova fase della vita, la vecchiaia, dopo di se stessa, ha la prospettiva di lasciare questo mondo per essere accolta nella vita celeste, la vita eterna.
Questa promessa di eternità, quando rinvigorisce nel cuore degli anziani, rende questi uomini e donne persone saggie e generose, che iniziano a pregustare (attraverso il desiderio) l’imminenza di una vita nuova alla presenza di Dio nella comunione perfetta di tutti i santi del cielo.
Questa beata speranza non porta a chiudersi in se stessi, Al contrario porta ad avere chiaro, per mezzo della fede, il proprio destino, rende le persone che vivono la vecchiaia testimoni autentici della bellezza della vita. La loro voglia di vivere, malgrado tutti gli acciacchi dell’età e malgrado le tante sofferenze patite nel corso di una intera vita, li rendono una garanzia per tutte le situazioni di difficoltà che un giovane sta vivendo nel presente.
E quando un anziano manifesta una pesantezza eccessiva del vivere quotidiano, domandiamoci se stiamo rispondendo adeguatamente ad un suo desiderio silenzioso o ad un suo bisogno primario di vivere una maggiore vicinanza con i suoi figli ed i suoi nipoti.
La vicinanza agli anziani è l’ago della bilancia della fede di una famiglia. Una famiglia che scarta i suoi anziani è una famiglia che ha perso la fede, perchè Gesù Cristo ha detto di identificarsi con il debole, l’indifeso e l’ammalato. Accogliere un anziano è un segno di gratitudine per tutto quello che si è ricevuto dalla vita, e nello stesso tempo è una riconoscenza ai genitori ed una lode a Dio,. che attraverso quei genitori ci ha dato il meraviglioso e prezioso dono della vita.
Questa celebrazione in piazza San Pietro con papa Francesco, rimarrà un ricordo indelebile non solo per gli anziani presenti a quell’evento, ma anche per tutti coloro che, attraverso i mezzi di comunicazione, hanno assistito a questa grande festa.
La speranza è che, dopo aver ascoltato tutte quelle testimonianze, dopo aver visto quei volti speranzosi di tanti anziani, ognuno di noi possa ricordarsi degli anziani della propria famiglia e degli anziani delle famiglie con cui abbiamo un legame di amicizia o di vicinanza, affinchè nessun vedovo o vedova debba essere lasciato sola dai suoi figli o dai suoi nipoti, nessun nonno malato venga lasciato morire in solitudine, nessun figlio si dimentichi di visitare i propri genitori anziani (anche se autonomi), nessun nipote si debba dimenticare mai dei propri nonni.