I Magi, "testimoni del destino buono preparato da Dio per l'umanità"

Il cardinale Scola ha presieduto ieri la Messa pontificale nel Duomo di Colonia per l’850° anniversario della traslazione delle reliquie dei Re Magi da Milano alla città tedesca

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“I Santi Magi sono testimoni del destino buono preparato da Dio per tutta l’umanità. Non siamo stati creati per la solitudine e l’estraneità ma per la comunione, la pace”. E’ il cuore del messaggio che il cardinale Angelo Scola, inviato speciale di Papa Francesco in Germania, ha rivolto ieri, domenica 28 settembre, ai fedeli che gremivano la Cattedrale di Colonia per la solenne celebrazione degli 850 anni della traslazione delle reliquie dei Magi da Milano alla città tedesca.

Il Duomo, intitolato ai Santi Pietro e Maria venne costruito per ospitare le reliquie dei Re Magi, portate da Milano dall’imperatore Federico Barbarossa e consegnate all’arcivescovo di Colonia Rainald von Dassel nel 1164. La prima pietra venne posata nel 1248, la conclusione dei lavori nel 1880.

Ad accogliere l’arcivescovo di Milano, insieme al nunzio apostolico in Germania mons. Nikola Eterovic, al cardinale Joachim Meisner arcivescovo emerito di Colonia, anche il successore il cardinale Rainer Maria Woelki che lo ha salutato all’inizio della Messa. “Sono lieto di riceverla come inviato di Papa Francesco – ha detto Woelki – sia con lei e con il popolo di Dio che è in Milano la letizia che accompagna i cercatori di Dio. E’ una gioia che non è legata ad un luogo ma che si trova dove l’uomo si erge per vedere la stella di Colui che si è umiliato fino alla morte per liberare tutti noi”.

“La stella – ha proseguito – che sta sulla cima del campanile di Sant’Eustorgio, nella chiesa di Brugherio, sopra questa cattedrale, è sempre una stella che indica il Salvatore, Colui che si fa trovare. I Magi ci mostrano questa gioia, una persona concreta, Gesù Cristo. A Milano, a Colonia, nel mondo, camminiamo con questa gioia”.

Da parte sua il cardinale Scola ha mosso la sua riflessione dalle parole dei Magi, così come le riporta il Vangelo di Matteo: “Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. “Vogliamo immedesimarci con il loro viaggio e soprattutto con il loro cuore inquieto che li ha portati a lasciare la loro terra per incontrare Gesù nostro Signore e in lui trovare riposo”, ha quindi affermato il porporato. “Da sempre – ha aggiunto – gli uomini hanno identificato nel viaggio il simbolo della loro vita. Anche noi sappiamo di essere pellegrini sempre in viaggio, ma tante volte rischiamo di smarrire da dove siamo partiti e dove andiamo. I Santi Magi ci insegnano innanzitutto che non si parte a caso; essi non sono vagabondi che muovono i passi senza meta e nemmeno turisti che girano per svagarsi dalla noia della vita quotidiana”.

“Meta del cammino è incontrare”, ha proseguito l’arcivescovo di Milano, ma per questo occorre un ulteriore passo: “Entrare nella casa, come dice il Vangelo. La verità alla quale aneliamo è un bambino che nasce in una povera dimora. Non si può rimanere sulla soglia. Senza questa casa, senza il luogo dell’incontro, il compimento della promessa evapora nella confusione delle nostre immaginazioni”.

Concludendo l’omelia, Scola ha mostrato l’attualità dell’esperienza dei Magi, “testimoni del destino buono preparato da Dio per tutta l’umanità”. “Non siamo stati creati per la solitudine e l’estraneità ma per la comunione”, ha ribadito, sottolineando che “la pace e la comunione che sono offerte in Cristo alla nostra libertà, sono donate per il mondo intero. Esse domandano di diventare criterio di proposta sociale e di partecipazione all’edificazione di una vita buona che favorisca il dialogo interculturale e interreligioso come i santi Magi ancora oggi ci ricordano”. Allo stesso tempo” chiedono di promuovere politiche di accoglienza, rispettose del prossimo La coda luminosa della stella continua a creare un ponte tra la Germania e le terre dell’Oriente”.

Al termine del Solenne Pontificale, accompagnato dai cento elementi della Schola Cantorum della Cattedrale, il cardinale Scola insieme alla delegazione papale composto da don Giorgio Riva, parroco di Milano Sant’Eustorgio (dove i corpi dei Magi erano custoditi prima della traslazione) e don Vittorino Zoia, parroco di Brugherio, dove ancora oggi una parte delle reliquie è venerata, ha reso omaggio ai Magi, custoditi nella grande Arca situata dietro l’altare principale e risalente al XIII secolo.

Suggestivo, dopo il momento di preghiera, il gesto compiuto dall’arcivescovo di Milano e dai fedeli, che hanno camminato, chinandosi, sotto l’enorme reliquiario in legno e argento considerato il più grande sarcofago d’Europa per il suo peso di 300 chili, l’altezza di oltre un metro e mezzo e lunghezza di più di due metri.

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ZENIT Staff

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