L'incapacità dell'uomo di discernere per le cose eterne!

Il dramma di oggi sta nel fatto che nessuno vuole un vero maestro da seguire

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L’uomo sta perdendo la sua vocazione alla vera trascendenza, per consegnarsi interamente alle cose terrene. La tristezza si fa grande se si pensa alle sue scelte, ai suoi percorsi, a quanto ha deciso di costruire, ignorando il senso dell’eterno, patrimonio divino di ogni essere umano. Eppure la collettività avanza, innova, inventa, ricerca, fabbrica, edifica, sciopera, insegna, rivoluziona, conquista, produce, vende, promuove, ma anche devasta, brucia, arretra, svende, ruba, smonta, fallisce. Su tutte le cose visibili, belle o brutte che siano,  aleggia comunque il suo discernimento per le cose umane, a volte mosso da buon senso, semplicità e positività, altre da superbia, arroganza, illegalità. Realizza con cura il suo futuro e i suoi calcoli raffinati conquistano i sensi antropici e aprono a mondi evanescenti. Progressi ben truccati, capaci di guidare nuove generazioni o a intiepidire le tante meraviglie umane, rendendole funzionali ad un progetto a scadenza e inglobandole nel fascino ammaliante e pericoloso del pensiero unico. Così tutto diventa possibile, fattibile. Il confine tra il lecito e l’illecito si riduce, si assottiglia, si annulla. Cambia la natura delle famiglie e l’essenza dell’uomo. Tutto è negoziabile, in nome di una libertà che spesso non è altro che l’incapacità di maturare dentro di sé la sapienza del cielo, l’unica in grado di illuminare le tenebre alle quali ogni giorno siamo esposti. I gusti vengono teleguidati ed esaltati, persino il cibo perde la sua preziosità di natura, per contribuire di fatto alla costruzione di una società di plastica, dove si annullano i veri sapori, in cambio dell’illusione di altre nuove e possibili sensazioni superiori.

Sorge a questo punto spontanea una domanda e non certo per imitare un noto presentatore televisivo, ma perché agli occhi del credente tutto questo diventa inverosimile: Perché l’uomo nella vanità, in ciò che non dura e non ha alcun valore eterno, appare maestro di grande discernimento, mentre poi per le cose eterne, quelle che veramente contano e che danno pieno significato alle cose del tempo, è incapace di ogni sano e vero discernimento? Perché vive come se le cose eterne non esistessero? Come è mia abitudine, mi piace rispondere con le parole di Mons. Costantino Di Bruno, mio maestro spirituale, che condivido in pieno: “La risposta giusta è una sola: per gustare l’invisibile ogni uomo ha bisogno di grandi maestri, maestri che vivono di eternità, maestri che trasformano il tempo in eternità, maestri che escono ogni giorno dalla vanità e dall’effimero, maestri che sanno liberarsi dalla falsità, maestri che vogliono vivere nella più alta e perfetta verità. Purtroppo i maestri degli uomini sono tutti falsi, perché tutti maestri della vanità, dell’effimero, della falsità, della menzogna, della non conoscenza della vera eternità. Nessun uomo è da se stesso. Ogni uomo è dal suo maestro. Se il suo maestro è falso, lui sarà falso. Se il maestro è vero, lui potrà essere vero, a condizione che lo ascolti e ne segua le orme”.

Ogni essere umano deve necessariamente consegnarsi al cielo per identificare le cose eterne e illuminare di riflesso quelle terrene, purificandole e esaltandole nella giusta maniera. Non per regredire, ma per andare avanti e migliorare la qualità della vita, non solo quella esteriore. Sarà così maestro per gli altri ed ognuno, seguendolo, sarà guida per coloro con cui opera, sogna, inventa, governa, amministra, suona, dipinge, prega. Ciascuno farà di tutto per vendere ogni cosa e comprare il tesoro trovato nascosto durante il suo cammino, dal quale tirare, per l’occasione, cose vecchie e nuove e contribuendo, per la sua parte, a salvare il mondo. Sta scritto: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo….. Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Il dramma di oggi sta nel  fatto che nessuno vuole un vero maestro da seguire. Troppo ingombrante. Oltre la misura impegnativo. Chiunque, purtroppo, cerca una guida falsa che omologhi la slealtà del suo cuore e della sua mente e ravvisi solo ciò che conceda potere reale, annullando l’infinito. I falsi maestri hanno ormai conquistato il mondo e trascinano ogni giorno le nostre comunità nel baratro, dove le tenebre prenderanno il sopravvento su ogni luce che appartiene al mondo. Terreno fertile per alcuni grandi poteri economici e politici, segreti o visibili. Si spegne il senso vero della libertà, della democrazia, della fraternità, dell’amore per il prossimo. Tutto è relativo, finto e l’uomo capace di discernere solo per ciò che è terreno, perde la bellezza di riconoscere il valore grande dell’eternità.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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