Alle Nazioni Unite si consolida l'alleanza contro l'Isis

Approvata ieri all’unanimità la risoluzione che prevede un’azione globale contro i terroristi in Iraq e Siria. Anche Iran e Giordania condannano il fondamentalismo disumano

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Con un voto unanime il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito a New York in sessione straordinaria, ha approvato ieri la risoluzione 2178 che prevede un’azione globale contro i terroristi del sedicente Stato Islamico in Iraq e Siria. La risoluzione dà disposizioni agli stati affinchè blocchino il loro reclutamento, la loro organizzazione, i loro spostamenti.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è intervenuto per spiegare che: “Non è una guerra all’Islam” ma al terrorismo. “Questo non è uno scontro di civiltà” – ha precisato Obama – perché “l’Islam insegna la pace” e “milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese”. “Gli Stati Uniti non saranno mai in guerra contro l’Islam”, ha rimarcato, tuttavia  “non si può negoziare con il male”. 

Intanto presso la sede della missione britannica alle Nazioni Unite, sempre ieri, si è svolto un incontro storico: il primo ministro David Cameron ha ricevuto il presidente iraniano, Hassan Rohani. E’ dalla rivoluzione di Khomein del 1979 che non si assisteva ad un incontro di tale livello tra Regno Unito e Iran. Sul profilo twitter del presidente iraniano è stata pubblicata una foto in cui egli sorride e stringe la mano a Cameron. Il commento parla un ora di “dialogo costruttivo e pragmatico”.

Subito dopo l’incontro, Cameron ha assicurato all’Assemblea ONU che “Teheran potrebbe aiutare a sconfiggere la minaccia dell’Isis”, per questo – ha aggiunto – “si deve dare all’Iran la possibilità di dimostrare che può contribuire a una soluzione in Siria”.

Pur rimanendo fuori dalla coalizione anti-Isis, Rohani ha condannato la violenza dei jihadisti affermando che lo Stato Islamico “vuole distruggere la civiltà”: “Nella mia regione bruciano le fiamme dell’estremismo”, ha detto. Un estremismo che tuttavia “non va confuso con l’Islam”.

La delegazione dell’Unione europea alle Nazioni Unite ha fatto sapere poi che il Rohani ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, insieme a Catherine Ashton, alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Unione europea.

L’assise ha visto l’intervento pure di Abdallah II, re di Giordania, il quale ha ribadito la condanna ai terroristi senza però generalizzare, perché – ha precisato – “gli arabi cristiani sono una parte essenziale del passato, del presente e del futuro della mia regione”.

Da parte sua, il primo ministro italiano Matteo Renzi ha condiviso le dichiarazioni di Obama ribadendo che “si stanno violando i diritti umani e bisogna intervenire, ma in questo scenario è giusto sottolineare che non è una guerra di religione ma il tentativo di bloccare un genocidio”.

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ZENIT Staff

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