Quando, il 25 maggio 1887, in una delle case più umili e vecchie di Petralcina, nacqe un bimbo alla famiglia Forgione, si decise di chiamarlo Francesco per devozione al santo d’Assisi. Il futuro padre Pio ha pochi mesi quando la mamma decide di portarlo da Giuseppe Faiella, un vecchio paesano con fama di sensitivo. Faiella “sa leggere la ventura e predire il futuro” e le dice: “Questo bambino sarà onorato in tutto il mondo. Per le sue mani passeranno soldi e soldi, ma non possiederà nulla”.
Pensavo a quest’aneddoto stamattina, mentre passavo davanti a quell’immenso edificio che è la Casa Sollievo della Sofferenza, frutto dell’alleanza tra Padre Pio e Dio. Mentre camminavo, cercavo di immaginare quando lì non c’era niente, mentre padre Pio già vedeva tutto. Fede “cieca”, con undici decimi di vista spirituale.
Mi guardavo intorno cercando di immaginare come sarebbe stata San Giovanni Rotondo, senza padre Pio. Riflettevo tra me e me:“Immagina come sarebbe la terra, se tutti gli uomini fossero santi. Se tutti si mettessero sulla stessa lunghezza d’onda di Dio, facendo ciò che l’Amore chiede loro di fare, diventando ciò che l’Eterno chiede loro di essere!”
All’improvviso la preghiera di Gesù: “Padre, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” mi è sembrata così importante, così concreta e così piena di progetti belli! Dio ha proprio il senso pratico!
Ovunque sia passato qualche santo, lì è nato qualcosa per aiutare la vita concreta degli uomini. Dio sa benissimo di cosa abbiamo bisogno. Vestiti per coprirci, cibo per vivere, cure per guarire…
Dio l’ha creata la materia ed ha un senso pratico pazzesco! “Il Padre vostro sa diquali coseavete bisognoancor prima che gliele chiediate”(Mt6); tranquilli tutti, quindi! La vera spiritualità ha il senso pratico! Padre Pio ce l’aveva talmente tanto che era capace di dare consigli concretissimi per le più disparate situazioni.
E siccome la paura e le preoccupazioni su come pagare tutti i lavori dell’ospedale, non saranno certamente mancate, Padre Pio ha sempre tenuto presente questi consigli di Gesù, per non disperarsi mai: “Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6).
Ogni volta arrivavano aiuti al momento giusto e con la cifra esatta. Ci sono aneddoti pazzeschi su quest’ospedale che padre Pio non esitava a chiamare “miracolo”. Ma più si conoscono questi episodi e più risulta chiaro che in padre Pio non c’era l’attesa dell’evento straordinario, ma una docilità all’azione dello Spirito. La provvidenza non è un concetto «passivo» (aspetto che qualcuno mi aiuti), ma un continuo andare a cercare Dio. Casa sollievo è il frutto di questo lento, sofferto, ma totale arrendersi alla grazia.
Nel 1947 Padre Pio insiste che si inizino i lavori. Finalmente nel mese di maggio don Peppino decide di cominciare a fare una strada (perché – racconta – solo quella sapevo fare). Si inizia così, senza un progetto; probabilmente perché Padre Pio vedeva intorno a sé tanta povertà e sentiva l’urgenza di cominciare i lavori per distribuire un po’ di denaro a quella povera gente.
Però in tutto questo c’era qualcosa di provvidenziale. La visita di Barbara Ward a Padre Pio, diventa l’occasione per fare intervenire l’UNRRA e dare il primo sostanziale contributo all’Opera. Sarà un segno. Quei pionieri cominciarono a credere e a pensare secondo la mentalità di Padre Pio.
Il verbale della riunione organizzativa del settore sanitario, avvenuta a Roma nel maggio del 1955, testimonia non solo l’accuratezza dell’impegno, ma la fede di quei grandi luminari che sapevano di poter contare sulla Provvidenza di Dio.
L’Ospedale diventa soprattutto questo: raccontare l’opera di Dio. Oggi l’ospedale è triplicato. I servizi sono di alto valore tecnologico. Casa Sollievo è tra le Cliniche private che ha maggiore afflusso di degenti che vengono da fuori regione. I Gruppi di Preghiera di Padre Pio vengono coinvolti in questo grande progetto. L’impegno generale è continuare il miracolo.
Anche noi possiamo fare miracoli! Siamo tutti nati per poterli fare, affidandoci al Signore dell’Universo. Ognuno è chiamato a fare miracoli diversi, perché diversi sono i compiti che Dio ci ha affidato. Fossimo anche malati paralizzati in un letto; lì noi avremmo il potere di fare miracoli. Con Dio tutto è possibile!
“Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”. Potreste costruire grandi ospedali, amare un coniuge per l’intera vita, fare organizzazioni come “Nuovi Orizzonti”, perdonare voi stessi e gli altri, fare un centro per la pace in un arsenale di guerra come a Torino, essere eletti ed impegnarsi in modo onesto in politica…
Miracoli adatti a ciascuno di noi, a seconda del compito ricevuto dall’Alto. Diventiamo orgogliosi di noi stessi, fidandoci di Colui che conosce anche il numero dei capelli che portiamo sulla testa! Forza e coraggio che anche noi possiamo dire con Maria: «Grandi cose ha compiuto in me l’Onnipotente»!