Dal Papa per testimoniare il valore di essere anziani

Due volontari di ANLA, Associazione nazionale Seniores d’Azienda, porteranno la loro testimonianza durante l’incontro del 28 settembre “La Benedizione della lunga vita”, in piazza San Pietro

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Adriano Ghelfi e Tiziana Marchetti sono due dei volontari di ANLA, Associazione nazionale Seniores d’Azienda, che porteranno la loro testimonianza durante l’incontro “La Benedizione della lunga vita”, in programma domenica prossima, 28 settembre, in Piazza San Pietro nell’ambito dell’incontro con Papa Francesco e i nonni d’Italia e del mondo.

ANLA, Associazione Nazionale Seniores d’Azienda, è la più grande associazione italiana di “seniores”, di lavoratori anziani, che raggruppa al suo interno gli ex dipendenti dei maggiori gruppi industriali italiani e di tantissime realtà industriali italiane medio-piccole: si tratta dei pensionati che con il loro lavoro hanno contribuito a costruire l’Italia. ANLA ha fra i suoi obiettivi la tutela e la valorizzazione dei “più avanti in età”.

I due testimoni con il racconto della loro esperienza di volontariato tradurranno in un concreto esempio contemporaneo l’insegnamento delle Scritture sul valore dell’essere anziani e sulla benedizione che costituisce il dono di una lunga vita. Pensionati Telecom, Adriano e Tiziana sono oggi tesserati dell’associazione e risiedonoa Bologna dove essa ha avviato dal 2007, in collaborazione con la divisione di nefrologia dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi, un servizio di trasporto di persone dializzate. L’Ospedale indica all’associazione le persone anziane bisognose di dialisi ma impossibilitate a raggiungere il reparto e i volontari ANLA, tutti pensionati, si attivano.

Circa una cinquantina di soci si alternano dandosi un calendario preciso di interventi e prevedendo per ogni trasporto un equipaggio di riserva perché la malattia non ammette ritardi o dimenticanze. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì in due turni, il pulmino di ANLA si reca nelle case dei pazienti, e spesso i pazienti stessi sono sulla porta ad aspettare: i volontari li prendono in consegna e li accompagnano all’ospedale Sant’Orsola Malpighi. Al termine della dialisi, con ancor più attenzione, i volontari salgono in reparto, accompagnano al pulmino i pazienti e li riportano a casa.

Oltre alla disponibilità su turni, ai volontari ANLA è richiesta un’estrema delicatezza verso i pazienti che ai problemi della malattia spesso associano altri problemi fra cui l’età avanzata e altre malattie.

I pazienti trovano nei loro coetanei volontari degli amici a cui raccontare la propria vita, condividere i propri dolori e le proprie speranze, trovare la forza di un reciproco sorriso e così il viaggio verso e dall’Ospedale aiuta a superare tensioni e paure dando ai pazienti forza e coraggio.

Spiega Adriano Ghelfi: “Questa nostra attività di volontariato tocca il nostro cuore quasi tutti i giorni. E’ tangibile la soddisfazione degli amici – perché tali finiscono con il diventare – che accompagniamo ogni giorno. Spesso ascoltiamo le loro angosce, i loro affanni, i loro dolori e viene letteralmente un groppo in gola che spinge a buttar lì una battuta per strappare loro un sorriso e anche questo serve. È una cosa grande e davvero non ci importa alzarci ogni giorno alle 5 per iniziare il servizio”.

Tiziana ricorda con affetto Nidia, una donna eccezionale con un grande cuore, oggi purtroppo venuta a mancare, e sottolinea: “Siamo noi volontari ANLA che ringraziamo questi malati che ci danno la possibilità di poterli aiutare e di renderci utili”.

Il presidente nazionale di ANLA, Antonio Zappi, esprimendo la sua soddisfazione per il servizio di volontariato svolto a Bologna per i pazienti dializzati, sottolinea: “Oggi, più che mai, le persone “più avanti in età”  possono essere utili al contesto in cui vivono: basta non considerali uno ‘scarto’!”.

“L’anziano – afferma Zappi  ha una sua vitalità, un suo programma di vita, una sua funzione nella famiglia e nella società in quanto è un punto di riferimento non solo economico; è espressione di saggezza e di esperienza; in parte continua ancora a lavorare, in parte fa volontariato, in parte cura, coltiva e sviluppa le relazioni amicali anche attraverso viaggi e momenti conviviali e culturali; in definitiva l’anziano dà una immagine completamente diversa da quella del ‘vecchietto posizionato sulla panchina’ in quanto è depositario di memoria e di competenze”.

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ZENIT Staff

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