Prosegue l’avanzata dell’Isis impadronitisi di decine di villaggi siriani vicino alla frontiera, e prosegue l’esodo dei siriani curdi: uomini, donne e bambini in fuga dalla morte e dalle violenze.
Secondo l’ex primo ministro turco Numan Kurtulmus, circa 60.000 di questi hanno varcato il confine con la Turchia nelle ultime 24 ore, da quando cioè Ankara ha aperto venerì scorso otto frontiere per accoglierli.
Negli ultimi giorni le forze curde hanno evacuato almeno cento villaggi sul versante siriano del confine, attraversando i 30 km della frontiera e ammassandosi adesso nei campi profughi sorvegliati dai soldati turchi.
Intanto la posizione dei miliziani dello Stato Islamico si registra a soli 15 chilometri dalla città di Ayn al-Arab, chiamata la Koban dei curdi e considera una zona strategica. La paura lì è quella di un vero e proprio massacro.
L’Unhcr, da parte sua, ha annunciato il potenziamento delle proprie azioni dichiarandosi pronto alla “possibilità che centinaia di migliaia di nuovi rifugiati arrivino nei prossimi giorni”. E mentre il leader curdo iracheno Barzani invoca un intervento internazionale, i curdi di Turchia rinnovano l’appello alle armi.
Il premier turco Erdogan ha confermato invece lo svolgimento del “negoziato politico” per liberare i 49 ostaggi turchi nelle mani dell’Isis e non ha smentito le voci secondo cui i cittadini turchi, rilasciati venerdì scorso, sono stati scambiati con alcuni jihadisti detenuti in Turchia.