Dottrina sociale, spesso citata ma poco praticata

La riflessione del vicepresidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, delegato italiano alle Giornate sociali dei cattolici europei di Madrid

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Le Giornate sociali dei cattolici europei vengono celebrate in un momento particolare per il contesto internazionale ed europeo che vede focolai di guerra ai confini dell’Europa e difficoltà economiche continentali, aggravate da quelle dei singoli Paesi, su cui si innestano spinte autonomiste e l’avvio di una nuova stagione politica del Parlamento europeo e della Commissione.

Le Conferenze episcopali europee hanno colto questo momento per richiamare tutti responsabilmente alle ragioni del nostro essere Chiesa in Europa.

Certamente, si tratta di un’occasione utile per una riflessione profonda sul piano spirituale e sociale, ma anche per verificare lo stato dell’arte riguardante la costruzione dell’Europa dei popoli e le riforme strutturali che interessano le Istituzioni nazionali ed europee, le scelte economiche per gestire l’attuale congiuntura e le possibili linee d’azione affinché i cattolici tornino protagonisti.

Questo è infatti un momento in cui possono essere – e dovrebbero essere – fondamentali nell’ideazione e nella costruzione dell’Unione europea i riferimenti alla Dottrina Sociale della Chiesa ed al Magistero, che a Madrid sono stati richiamati con forza, incisività ed autorevolezza da diversi relatori, dai cardinali Marx e Bagnasco al professor Zamagni.

Tali riferimenti, spesso citati ma poco praticati – a partire dalla centralità della persona e della famiglia, dall’opzione preferenziale per i poveri, dalla partecipazione, dalla responsabilità, dall’economia sociale di mercato, dalla partecipazione dei lavoratori… – sono stati oggetto di confronto e seppur con sfumature diverse è emersa una corale condivisione della fedeltà ai valori comuni e alle loro declinazioni sociopolitiche.

Il punto è esattamente questo: declinare, non solo enunciare. Praticare e non solo dichiarare. Il richiamo di Papa Francesco a non vivere ‘valori annacquati’ è risuonato alto e forte, infondendo la consapevolezza della necessità di ‘pensare da cristiani, sentire da cristiani, agire da cristiani, con coerenza’ per usare ancora le parole di Francesco, il quale nel messaggio alle Giornate ha ricordato che “una delle grandi sfide per la Chiesa in Europa consiste nel trovare dei modi efficaci per far sì che la luce del Vangelo entri in relazione con le questioni urgenti che il continente si trova ad affrontare”.

La conversione personale invocata dal Papa passa attraverso “una testimonianza più coerente e gioiosa” e non l’assopimento nello status quo.

Per questo le Giornate sono un utile risveglio: l’Europa ha bisogno di ‘testimoni’ cattolici, impegnati, saldi nella fede, determinati nel concludere il percorso dei padri fondatori verso l’Europa politica, l’Europa dei popoli. Madrid ci offre in tal senso un’iniezione di entusiasmo.

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Antonio Di Matteo

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