Arrivato alla sua XI edizione, il Simposio Internazionale dei Docenti Universitari, sarà quest’anno dedicato al tema L'idea di università: investire nella conoscenza in Europa e per l'Europa, sulla scia della coincidenza con il semestre italiano a Bruxelles e del piano d’azione del progetto Europa 2020.

Il Simposio è uno degli eventi ufficiali del semestre europeo, ed è promosso dal Vicariato di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed altri organismi, sia della Santa Sede, come la Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Pontificio Consiglio per i Laici, il Pontificio Consiglio per la Cultura e la Conferenza dei Rettori delle Università italiane. Conclude le Settimane Culturali che hanno lavorato sul tema “verità e metodo”.

L’evento è in programma dal 2 al 4 ottobre prossimi, con una cerimonia inaugurale in Campidoglio, alla presenza del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e del sindaco di Roma, Ignazio Marino, con gli interventi introduttivi del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e dal direttore della Pastorale Universitaria di Roma, monsignor Lorenzo Leuzzi.

Il Simposio prevede numerose sessioni parallele sui temi della didattica, della ricerca, della trasmissione del sapere, dell’etica sociale e della teologia.

Sono inoltre previsti eventi collaterali, tra cui l’Incontro Mondiale di Pastorale Universitaria (2 ottobre, Pontificia Università Lateranense), l’Incontro Europeo dei Rettori (2 ottobre, Ministero degli Esteri), e il dibattito su I cinque obiettivi di Europa 2020 e le sfide della ricerca per la Ageing Society (3 ottobre, Pontificia Università Lateranense).

Lo scopo ed alcuni aspetti particolari dell’iniziativa sono stati illustrati a ZENIT da monsignor Lorenzo Leuzzi.

Eccellenza, il tema del prossimo Simposio Europeo dei Docenti Universitari sarà proprio l’Europa. In che chiave?

Il Simposio vuole essere un’occasione per riflettere sulla vocazione, o meglio, sul ruolo dell’istruzione universitaria per lo sviluppo e per il futuro della società contemporanea. L’istruzione universitaria negli ultimi tempi è entrata in crisi per un’eccessiva attenzione alla professionalizzazione. Proprio a partire dal cammino di ricerca sul tema della verità e del metodo, i docenti universitari sono chiamati a riflettere su quale sia la linea per rilanciare il ruolo delle istituzioni universitarie: ciò significa una diffusa consapevolezza del ruolo dell’università, tuttavia, è necessario che questa nuova consapevolezza sul ruolo sia motivata non solo da docenti che ne condividano le proprie finalità ma soprattutto che le istituzioni universitarie recuperino una nuova dimensione, capace di incidere nella costruzione della società che vive un momento di profonda trasformazione. Di fronte alla crisi delle grandi ideologie, l’università, che apparentemente potrebbe sembrare estromessa rispetto ad un’attenzione prevalentemente professionalizzante, in realtà, di fronte all’urgenza di ripensare lo sviluppo sociale e politico dei vari paesi, oggi ritorna ad essere al centro dell’attenzione non solo delle istituzioni e della politica ma anche della Chiesa. A partire dall’idea di università, che è stato un tema caro al cardinale Newman, si cerca di capire quale sia il ruolo dell’università oggi in un nuovo contesto che non è soltanto una ricerca contemplativa della verità ma deve aiutare la società a capire se stessa e, soprattutto, a elaborare progetti concreti per realizzare una grandissima costruzione.

In che misura la chiesa Cattolica e la sua pastorale sono coinvolte nel tema dell’istruzione in Europa?

Questa nuova vocazione dell’università chiama in causa la Chiesa perché, come è avvenuto in passato, quando la Chiesa si è fatta carico di assolvere l’idea di università come luogo della convergenza delle varie materie disciplinari intorno alla ricerca della verità, oggi si tratta di aiutare la società a mettere insieme le diverse competenze, per arrivare a una nuova capacità progettuale. La Chiesa ha in sé questa potenzialità: l’esperienza cristiana oggi rappresenta l’unica possibilità per cui le singole discipline non siano sempre più parcellizzate oppure isolate l’una dall’altra ma siano ricollocate all’interno di una progettualità sociale. E questo, come papa Francesco ha più volte indicato nella sua Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, è un servizio proprio del cristianesimo: aiutare le singole realtà culturali a integrarsi, a far sì che il tutto prevalga sulla parte. Ciò implica che i cattolici sentano questa fondamentale responsabilità, perché la fede cattolica deve anche essere capace di aiutare la cultura contemporanea a saper guardare al tutto e non soltanto alla parte, perché le diverse prospettive sociali che hanno animato la società purtroppo fanno fatica ad avere una sintesi che permetta ai giovani del nostro tempo di essere parte integrante di una progettualità sociale che promuova lo sviluppo.

Per venire incontro ad un obiettivo così ambizioso ci saranno dei seminari e delle sessioni che aiuteranno a riflettere a partire dalle esperienze tradizionali come la didattica, la ricerca e la trasmissione del sapere, anche aspetti più specifici che devono essere rilanciati come il trasferimento tecnologico, il servizio alla persona e alla società e all’insegnamento della teologia nelle università. Ci sarà poi una sessione collaterale, promossa dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dal Pontificio Consiglio della Cultura e dei Laici, in cui si confronteranno operatori pastorali provenienti da diverse realtà internazionali per fare il punto su come, a vent’anni dalla pubblicazione, il documento La presenza della Chiesa nelle università è stato accolto e tradotto nelle singole realtà locali.

Un evento collaterale del Simposio è il dibattito sull’invecchiamento: che temi tratterà?

Non si può pensare al futuro della società senza tenere presente che tra pochi anni il numero degli ultrasettantenni sarà pari a quella dei giovani al di sotto dei 25 anni. Tutto questo avviene in particolare nei paesi occidentali dove è una modalità nuova il rapportarsi alle strategie economico-finanziarie ma anche con le strutture di accoglienza e di solidarietà. L’università vuole assumere questo progetto, che fa parte del progetto Europa 2020 e deve affrontare soluzioni affinché i singoli paesi possano essere capaci di venire incontro a nuove attese e favorire la partecipazione anche di uomini e donne che fino a poco tempo fa tendevano a rimanere ai margini della vita produttiva, quando oggi, in realtà, sono una ricchezza e un valore aggiunto per l’intera società.