Questo è quanto sostiene il prof. Paolo Sorbi, tornato di recente da Israele, dove ha avuto incontri di carattere accademico con docenti e giornalisti israeliani.
Il docente di sociologia della Università Europea di Roma (UER), è andato in Israele per motivi professionali. Ha partecipato ad un incontro promosso dal centro di Psicologia Politica della UER di Gerusalemme. I docenti israeliani che hanno partecipato all’incontro fanno capo al prof. Sergio Della Pergola, docente, già preside della Facoltà di Statistica dell’Università Ebraica, ed il suo staff di ricercatori, tra cui il professor Uzi Rebhun.
Questo stesso gruppo ha organizzato nell’aprile 2014 un primo convegno riguardante la situazione demografica israeliana ed europea.
È previsto per l’11 maggio 2015, presso l’Università Ebraica, un secondo convegno in cui si discuterà delle tendenze future della scienza universitaria in Israele, con particolare attenzione allo sviluppo delle biotecnologie, l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua, lo sfruttamento dei giacimenti di gas e il fenomeno migratorio.
Intervistato da ZENIT, il prof. Sorbi ha spiegato che, dopo quanto accaduto a Gaza, Israele è un paese preoccupato ma stabile. Nonostante le difficoltà economiche che hanno colpito soprattutto le attività commerciali legate ai flussi turistici, non c’è una tendenza al declino, né economico né demografico.
La chiusura di negozi e commerci legati al turismo preoccupa il governo, ma ci sono settori legati alla ricerca che sono in grande sviluppo.
In particolare l’industria legata allo sviluppo di uno scudo antimissilistico ancora più efficiente e vasto. In grande crescita anche la ricerca e l’industria legata allo sviluppo di droni per usi militari e civili. La ricerca e lo sviluppo di biotecnologie. Il grande progresso nello sviluppo di reti informatiche e telematiche.
Anche se a macchia di leopardo, l’economia israeliana non è in stagnazione. Gli sviluppi geopolitici successivi alla guerra di Gaza, hanno aperto delle strade assolutamente impensabili fino al giugno-luglio del 2014.
“Attualmente Israele – ha spiegato il prof. Sorbi – è al centro di una rete di nuove relazioni e si stanno sviluppando alleanze solide con Giordania, Egitto e Arabia Saudita”.
Si tratta di una realtà geopolitica in grande evoluzione e che viene rafforzata anche da una collaborazione di carattere economico, finanziario e infrastrutturale.
Dal punto di vista finanziario la Goldman Sachs ha annunciato un investimento di 500 milioni di dollari nella finanza araba.
Per la prima volta nella storia c’è un incontro tra finanza ebraica e finanza araba.
Nel settore dell’energia è stato creato un nuovo ente statale giordano, con la partecipazione minoritaria di Israele per lo sfruttamento dei giacimenti di gas che si trovano davanti alle coste israeliane, e che si estendono fino a Cipro e a Gaza.
La collaborazione tra Israele e Giordania potrebbe favorire anche la collaborazione con i palestinesi.
Per questo motivo l’Egitto in particolare sta spingendo per un periodo di tregua di almeno trenta anni. Una pace che nel mondo arabo viene chiamata Hudna.
È evidente che Israele non può firmare accordi, se non è garantita la smilitarizzazione e la tregua per almeno trenta anni.
È interesse anche dei palestinesi realizzare l’Hudna, perché tutti guadagnerebbero dalla tregua trentennale. Abu Mazen lo sta ripetendo da tempo.
Se non si trova l’accordo Gaza viene tagliata fuori dalla ricostruzione. E sarebbe un’ulteriore penalizzazione, perché nei territori palestinesi la situazione economica è depressa. Non ci sono trattori, l’agricoltura stenta a modernizzarsi. Si tratta di tecnologie e attrezzature che i palestinesi potrebbe avere facilmente se fossero in pace con Israele.
In merito al rapporto tra cristiani e israeliani Sorbi ha raccontato che il prof. Sergio della Pergola, ha insistito molto sulla necessità nel prossimo futuro di rafforzare il dialogo ebraico cristiano a partire dalla solidarietà verso i cristiani che stanno soffrendo grandi persecuzioni.
Il prof. Della Pergola ha anche fatto rilevare che nell’ultimo anno il maggior numero di ebrei che stanno tornando in Israele sono francesi, questo a causa dei fenomeni di antisemitismo che si stanno verificando in particolare a Marsiglia ed alcuni quartieri di Parigi.
In merito alla collaborazione con i cristiani, di notevole interesse le scoperte archeologiche che sono state fatte in prossimità del Magdala Center, promosso dai Legionari di Cristo.
Facendo gli scavi per costruire il centro di accoglienza è stata scoperta una Sinagoga tra le più antiche di Israele, risalente agli anni 20-40 dopo Cristo.
Grazie al sostegno del Ministero dei beni culturali di Israele si è scoperto che intorno alla Sinagoga vi è un’intera città con strade, abitazioni, edifici pubblici.
Le scoperte archeologiche sono di tale rilevanza che in Israele parlano di “Magdala come Pompei”, nel senso che sta emergendo una città ebraica con il porto costruito dai romani.