Nel cuore dell’antica Roma pagana in uno dei tanti vicolini nascosti del centro storico, si cela l’ennesimo piccolo grande gioiello della tradizione cristiana. Partendo dalla maestosa piazza Venezia e percorrendo via delle Botteghe Oscure si giunge in Largo di Torre Argentina, centro focale del quartiere omonimo, uno dei più emblematici della storia di Roma. Pochi infatti sanno che più di duemila anni fa in questo luogo venne perpetrato uno degli assassinii la cui cronaca ha riempito tutti i libri di storia: l’uccisione di Giulio Cesare. Come tramandatoci da Cassio Dione Cocceiano infatti, la Curia di Pompeo di Largo di Torre Argentina fu teatro il 15 marzo del 44 a.C. della celebre congiura, il cui basamento è ancora oggi visibile in un breve tratto situato tra due antiche latrine, a parecchi metri di profondità proprio di fronte il moderno teatro Argentina. Possiamo senz’altro considerare questo quartiere uno dei più significativi della storia monumentale di Roma. Ci troviamo nel cuore dell’antico Campo marzio, dove la successione stratigrafica è senz’altro una delle più interessanti dell’intera Capitale. Qui sorgeva fin dall’inizio dell’età Repubblicana un’area sacra di cui ancora oggi rimangono i resti di quattro templi, continuamente rimaneggiati fino all’inizio dell’età imperiale. Brandelli di un quinto tempio, ormai strozzato dagli edifici moderni, è visibile lungo via delle Botteghe oscure, proprio di fronte all’importante Museo della Crypta Balbi che sorge sopra i resti del teatro di Lucio Cornelio Balbo il Minore datato agli ultimi decenni del I secolo a.C. Di fronte sorgeva la famosa Porticus Minucia Frumentaria, il portico dell’area sacra dove avveniva la redistribuzione del grano e accanto il celebre Hecatostylum, il portico dalle cento colonne del Teatro di Pompeo, le cui tracce sono labilmente visibili ai margini dell’area sacra.
Tra tutti i monumenti presenti, il Teatro di Pompeo rappresenta indubbiamente l’emblema della più antica monumentalità pubblica di Roma. L’imponente edificio venne costruito per volere del console Pompeo tra il 61 e il55 a.C. e rappresentò il primo esempio di edificio teatrale in muratura costruito a Roma, rappresentando una rottura con il passato. A Roma infatti era vietato costruire teatri in muratura perché si doveva rispettare i dettami della tradizione religiosa greca: teatri in legno nei pressi di edifici di culto. Pompeo aggirò il divieto progettando una poderosa platea all’interno del teatro al di sopra del quale venne edificato un tempio in onore di Venere Vincitrice.
Il teatro rappresentava per l’epoca una delle strutture più grandiose mai costruite ed era preceduto dal grandioso quadriportico sulle cui fondazioni, con il passare dei secoli, sono sorti gli edifici del quartiere Parione. Aggirata l’antica area sacra e ponendosi di fronte al moderno teatro Argentina si scorge sulla destra una piccola strada parallela all’attiguo Corso Vittorio Emanuele. Si tratta di via del Sudario, un microcosmo di quiete e tranquillità, impensabile vista la vicinanza di arterie stradali il cui traffico non consoce mai sosta. Qui, al civico 40, dietro un apparente anonimo portone, si cela un piccolo gioiello architettonico ormai nascosto dai palazzi della Roma medievale e rinascimentale. Si tratta del complesso di San Giuliano dei Fiamminghi sapientemente gestito fin dal 1997 dal Rettore Padre Hugo Vanermen, Missionario del Sacro Cuore, già curatore in passato della ricostruzione del quadro storico-artistico del complesso.
Le fondazioni del complesso sono alcune delle più antiche tra quelle degli edifici ecclesiastici a Roma. Sappiamo infatti che per la costruzione della Chiesa vennero sfruttate le fondazioni dell’edificio edificato da Pompeo, corrispondente ad una porzione del lato destro del portico che cingeva i meravigliosi giardini che arricchivano e decoravano l’antico Teatro. La fondazione della chiesa è comunque controversa. Una teoria sostiene che l’edificio nacque intorno all’VIII secolo con papa Gregorio II all’epoca della conversione delle Fiandre al Cristianesimo, ma è possibile che la data di fondazione debba riferirsi intorno la metà dell’XI secolo. Si ipotizza infatti che Roberto II, divenuto conte delle Fiandre nel 1093, sostò in questi luoghi e gli diede nuova vitalità prima di partire per la prima crociata che di lì a poco avrebbe combattuto in Oriente.
Questo sarebbe confermato dalla totale assenza di notizie storiche che si riferiscono alla fondazione dell’edificio e dalla relativa abbondanza di documenti che si riferiscono al XV secolo, epoca in cui vennero redatti gli statuti e i regolamenti del vicino ospedale sicuramente di più antica fondazione.
(La seconda parte segue sabato 27 settembre)
* Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo.