“Disteso e cordiale”. La stampa italiana si è trovata d’accordo nel definire in tal modo il clima del tradizionale pranzo offerto dal governo ai cardinali italiani nominati nell’ultimo Concistoro. Un appuntamento di routine, questo, che vede il presidente del Consiglio e i presuli di fresca porpora sedere allo stesso tavolo nella cornice di Villa Borromeo, sede dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, per discutere di temi “al cuore di tutti”.
Tra un piatto di gnocchetti e uno sformato di funghi, una portata di frutta e il dessert di mousse – il tutto accompagnato da un Moscato d’Alba -, l’impetuosa verve del giovane premier Matteo Renzi si è incrociata quindi con il placido savoir faire del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.
Il risultato? Un’amabile conversazione e un piacevole momento di convivialità. Un pranzo “proficuo” e “molto elegante”, come hanno rivelato gli stessi ospiti e come dimostravano le facce rilassate di Parolin e Renzi all’uscita dello storico edificio, intorno alle 15.
A ravvivare il tutto, poi, il pizzico di “toscanità”, non solo del premier, ma anche dei neo cardinali Lorenzo Baldisseri e Gualtiero Bassetti - rispettivamente di Barga e di Popolano di Marradi – che hanno insaporito le due ore di conversazione con qualche “battuta fiorentina”.
Oltre a loro, componevano la delegazione vaticana Beniamino Stella, l’altro cardinale italiano nominato dal Papa nel Concistoro del 21-22 febbraio, il sostituto alla Segreteria di Stato, Angelo Becciu, il presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, il nunzio in Italia, Bernardini ed il ministro degli Esteri, Dominique Mamberti. In rappresentanza del governo italiano c’erano invece Federica Mogherini, da dicembre novella lady PESC, il ministro dell'Interno Angelino Alfano (il primo a congedarsi dal pranzo), i ministri Maurizio Lupi e Maria Elena Boschi, e il sottosegretario Luca Lotti.
Piatto forte sul tavolo non è stato tuttavia il vitello, bensì i temi di forte attualità affrontati dai commensali, legati soprattutto alla politica internazionale. La vicenda di Frontex, il fenomeno migratorio e la questione dell’accoglienza a chi fugge dal Nord Africa sicuramente, ma soprattutto le tragedie in Medio Oriente con l’avanzare del sedicente Califfato islamico, e quindi la necessità di una vera protezione alle popolazioni perseguitate, specie quelle cristiane.
Non è mancato un triste riferimento alle tre missionarie saveriane brutalmente uccise in Burundi tra domenica e lunedì, tantomeno un cenno da parte di Renzi al contenzioso tra Ucraina e Russia. L'Italia, a detta del premier, ha cercato infatti di ritardare le sanzioni contro la Russia, in modo da favorire una soluzione alla crisi.
Ai più stretti collaboratori del Papa, Renzi ha poi espresso tutto il suo apprezzamento per la scelta di Francesco delle mete dei suoi prossimi viaggi: Tirana, il 21 settembre, e la Turchia, probabilmente il 30 novembre per la Festa di Sant’Andrea. Sebbene su quest’ultima visita non sia arrivata ancora nessuna conferma ufficiale da parte del Vaticano.
L’altro breve viaggio di Bergoglio sarà quello di sabato prossimo a Redipuglia, dove nel celebre Sacrario commemorerà i caduti della Prima Guerra mondiale, a 100 anni dal suo inizio. A Redipuglia, Renzi avrà modo di incontrare nuovamente il Santo Padre.Un secondo incontro dopo quello avvenuto ad aprile in forma privatissima, con moglie e figli al seguito, nella Domus Santa Marta. Compito di Parolin sarà ora di predisporre la visita ufficiale di Stato del presidente del Consiglio, che prevede lo scambio dei discorsi, la presentazione dell’esecutivo e lo scambio di doni simbolici.
Come nella discussione con il Papa di aprile, anche durante il pranzo dell’8 settembre sono emerse problematiche 'tutte italiane' come lavoro, scuola e disoccupazione. Merito, questo, del cardinale Bassetti, da sempre attento alle tematiche sociali, che ha messo alle strette Renzi incoraggiandolo ad affrontare la questione della Thyssen Krupp di Terni. “Mi ha rassicurato che si sta muovendo per risolvere” la situazione, ha dichiarato poi l’arcivescovo di Perugia ai giornalisti, “di più non posso dire, ma sembrano esserci spiragli positivi”.
Su tutti i temi, da ogni parte si è registrata una sostanziale identità di vedute. A quanto risulta sembra che neanche una parola sia stata scambiata invece su argomenti legati alla famiglia o alla bioetica. Uno su tutti le recenti evoluzioni della fecondazione eterologa, tema che la Santa Sede monitora con attenzione.
Nel complesso l’incontro nell’Ambasciata italiana è stato soddisfacente sia per la squadra italiana che quella d’Oltretevere, e ha rappresentato un passo significativo nei già consolidati rapporti tra Vaticano e Palazzo Chigi.