Sembra sempre più concreta l’ipotesi di un viaggio di Papa Francesco ad Istanbul, in Turchia, il 30 novembre, in occasione delle celebrazioni della Festa di Sant’Andrea patrono del Patriarcato ecumenico.
Dalla Santa Sede ancora nessuna conferma ufficiale e neanche dal Patriarcato ecumenico giungono notizie. Al Sir, intanto, il metropolita del Belgio Athanagoras afferma: “Speriamo che sia vero. In realtà non c’è molto da preparare. Siamo pronti a ricevere il Papa. Il programma è già fissato. Manca solo l’invito ufficiale da Ankara”.
“Un anno e mezzo fa – racconta il metropolita ortodosso – ero parte della delegazione del Patriarcato ecumenico che ha partecipato alla celebrazione di San Pietro e Paolo in Vaticano e abbiamo avuto una discussione con Sua Santità Papa Francesco. In quella occasione lo abbiamo invitato a visitare il Fanar come d’altronde è tradizione”.
“Sua Santità Papa Francesco – prosegue – ha espresso il desiderio di vistare il Fanar ma ora ogni cosa dipende dal governo turco che deve invitare ufficialmente il Papa, perché il Papa è anche un capo di Stato”.
Riguardo ad un ipotetico ‘programma’, Athanagoras spiega che “simili visite prevedono una tappa ad Ankara il primo giorno”. Lì il Santo Padre dovrebbe incontrare il presidente e il capo del governo, per poi essere ricevuto al Fanar nel pomeriggio per una preghiera comune con un Te Deum e l’incontro privato con il Patriarca Bartolomeo.
Il giorno successivo, 30 novembre, festa di Sant’Andrea patrono del Patriarcato ecumenico, dodici vescovi del Sinodo concelebreranno con il Patriarca alla presenza del Pontefice, il quale sarà ricevuto dai metropoliti e siederà in un piccolo trono di fronte a quello del Patriarca. Il programma prevederebbe anche una Messa cattolica nella Chiesa cattolica di Istanbul e una visita alla Moschea Blu.
“Con questi incontri – osserva il metropolita – è desiderio di Papa Francesco e Bartolomeo esprimere prima di tutto che i cristiani vogliono parlare con una sola voce, e con una sola voce affrontare tutte le tragedie che attraversano il mondo oggi, dal Medio Oriente dove i cristiani sono perseguitati, all’Ucraina dove manca l’unità e dove cristiani ortodossi e cattolici combattono in nome del nazionalismo. I leader delle due Chiese possono chiedere a tutti i cristiani di fare di più per l’unità tra di loro”.