Mar Baltico

Quando l’umanità è raggelata dall’odio, bloccata nell’incomunicabilità, è incapace di donarsi. Ma la speranza di “comunione” è stata lanciata dall’Alto

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Un fenomeno che non si vedeva da una ventina d’anni, affermano i giornali descrivendo quanto accade in questi giorni invernali. Navi, traghetti, imbarcazioni di grande e piccola stazza… sono rimasti bloccati improvvisamente in pieno mar Baltico.

Vi si è abbattuta un’eccezionale “tempesta di gelo” che ha in breve tempo steso un manto di ghiaccio di tale spessore da arrestare tutto ciò che navigava in quella zona.

Prontamente si è pensato di liberare dalla morsa del ghiaccio tutte quelle imbarcazioni, ricorrendo al pronto intervento di potenti “rompighiaccio”. Ma il freddo si è rivelato talmente violento e intenso da immobilizzare perfino i rompighiaccio e annullare ogni operazione di soccorso.

Una vera desolazione: soccorsi e soccorritori costretti a non potersi avvicinare, né a prestarsi reciprocamente aiuto.

Una speranza è stata lanciata dalle previsioni del tempo: nei prossimi giorni arriverà nell’area del Baltico un vento caldo che alzerà la temperatura e allenterà la morsa del gelo in tutta la regione e il traffico scorrerà normalmente.

Quando l’umanità è raggelata dall’odio, bloccata nell’incomunicabilità, è incapace di donarsi. L’uomo avvolto dall’egoismo, raggela se stesso, coinvolgendo chi gli vive accanto.

Ma la speranza di “comunione” è stata lanciata dall’Alto e si è concretizzata in Gesù venuto a portare sulla terra il clima del Cielo che scioglie e libera gli uomini dalla morsa dell’io e li fa capaci di incontrarsi e darsi la mano.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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