Il Vangelo di oggi, incentrato sulla disputa tra Gesù e i farisei in merito alla vera natura della Legge, ci riporta all’attualità dei cambiamenti nella Chiesa di oggi.
Nella sua omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, papa Francesco ha riflettuto sul tema a partire dalla metafora del “vino nuovo in otri nuovi”: un’espressione che significa in primo luogo “gioia e novità”.
Mentre i dottori della legge, come spiega già San Paolo, erano “custoditi ma prigionieri, in attesa che venisse la fede”, Gesù è egli stesso la fede ed è venuto “per riscattare dalla legge”.
Fermo restando che la legge dei farisei “non era cattiva”, Gesù viene a “portarla alla sua pienezza” con una nuova legge, la “legge dell’amore, l’amore totale” che solo lui può manifestare.
Gesù rimprovera dunque ai farisei di “non aver custodito il popolo con la legge” ma di averlo “fatto schiavo di tante piccole leggi, di tante piccole cose che si dovevano fare”, tuttavia “senza la libertà che Lui ci porta con la nuova legge, la legge che Lui ha sancito col suo sangue”, ha proseguito il Pontefice.
Assieme a Cristo arriva dunque “la novità del Vangelo, che è festa, è gioia, è libertà”, che porta “il riscatto che tutto il popolo attendeva” e che ci esorta a “non avere paura di cambiare le cose secondo la legge del Vangelo”.
Alla luce del Vangelo odierno, ha aggiunto il Santo Padre, “la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcuni cambiamenti”, ovvero di “lasciare da parte le strutture caduche” che “non servono” e di “prendere otri nuovi, quelli del Vangelo”, il quale veicola “uno stile diverso, che porta alla pienezza della legge”. La “novità” e la “festa” del Vangelo si possono vivere soltanto “in un cuore gioioso e in un cuore rinnovato”.
In conclusione papa Francesco ha chiesto che Dio “ci dia la grazia di questa osservanza alla legge” che Gesù “ha portato alla sua pienezza – nel comandamento dell’amore, nei comandamenti che vengono dalle Beatitudini”.