Comunicare e trasmettere esperienze per vincere le discriminazioni e i pregiudizi. È questo il messaggio che papa Francesco ha lanciato nel suo incontro con i partecipanti all’incontro mondiale dei direttori della rete educativa “Scholas Occurrentes”, organizzazione con sede in Vaticano.
Durante l’udienza tenutasi oggi pomeriggio nell’Aula del Sinodo, il Santo Padre ha dialogato in videoconferenza con cinque studenti di cinque continenti diversi.
Con un giovane in collegamento dall’Australia, Francesco ha parlato della cultura dell’incontro, menzionando una delle sue metafore più ricorrenti, quella del “costruire ponti”, anziché elevare muri; ciò, ha spiegato il Pontefice, si può fare in primo luogo “comunicando esperienze”.
Comunicare significa innanzitutto dire “sì alla vita”, essere generosi, avere “rispetto” ed “evitare tutti i tipi di discriminazione”. Ai ragazzi, che hanno “molto nel cuore”, il Papa ha chiesto di “andare avanti” affinché “altri si ispirino e ascoltare dagli altri quello che vi dicono”. Ed ha aggiunto: “Mi piace quello che dite e quello che fate”.
A colloquio con un israeliano, il Santo Padre ha poi parlato più esplicitamente di sacro e di come i giovani siano particolarmente abili nel comunicare “l’identità della propria religione”, anche “in differenti lingue”.
Con un giovane proveniente dalla Turchia, Francesco si è soffermato sul dialogo interreligioso, dicendo esplicitamente: “i giovani non vogliono la guerra, vogliono la pace”, invitando loro a gridarlo senza paura.
Di fronte ai dubbi, spesso angosciosi, riguardo al domani, ha sottolineato: “Sai dove sta il futuro? Sta nel tuo cuore, sta nella tua mente e sta nelle tue mani! Se tu senti bene, se tu pensi bene e se tu – con le tue mani – vai avanti, con questo pensare bene e questo sentimento buono, il futuro sarà migliore”.
Per rendere migliore il futuro dell’umanità, i giovani devono avere sia “ali” che “radici”: ali per “volare”, “sognare” e “creare”; “radici” che affondino nella saggezza degli anziani e dei più grandi. “Il futuro è nelle vostre mani. Afferratelo affinché sia migliore”, ha detto.
È stato poi il turno di uno studente sudafricano al quale, il Papa ha accennato alla nascita di Scholas Occurrentes avvenuta a Buenos Aires, con l’intenzione di “costruire ponti tra le scuole” nella diocesi storica di Bergoglio.
Fedele ai tre “pilastri chiave” (educazione, sport e cultura), Scholas è un esempio di come si possa “comunicare”, “mostrare” e “condividere” i propri valori. Lo sport, ad esempio, “insegna a giocare in squadra” e “salva dall’egoismo”.
Rispondendo alla domanda di uno studente del Salvador, il Papa ha ricordato che, oltre alla buona comunicazione, c’è anche una comunicazione “che distrugge”, che spinge le persone sulla difensiva, educando così alla cultura della guerra e non al lavoro di squadra.
Il Pontefice ha quindi esortato i giovani a difendersi “da coloro che vogliono ‘atomizzarvi’ e togliervi la forza del gruppo”.
In conclusione, Francesco ha lanciato un appello: “Non abbiate paura! Andate avanti. Costruite ponti di pace. Giocate in squadra e rendete il futuro migliore, ma ricordatevi che il futuro è nelle vostre mani. Sognate il futuro volando, ma non dimenticate l’eredità culturale, sapienziale e religiosa che vi hanno lasciato gli anziani. Avanti, con coraggio! Costruite il futuro!”.