Si può passare una vita intera a immergersi tra i faldoni di testi di teologia, senza tuttavia riuscire a trovare risposte. Non è infatti la sapienza umana che dà autorità e identità a un cristiano, bensì è lo Spirito Santo. Escludere il ricorso allo Spirito Santo significa scivolare nello spirito del mondo, che si serve dei titoli e non arriva al cuore della gente.
Nell’omelia della Messa celebrata stamattina a Casa Santa Marta, papa Francesco spiega che è Gesù che per primo, attraverso il suo stesso esempio, ci offre un modello di predicatore fuori dal comune, perché la sua “autorità” gli viene dalla “unzione speciale dello Spirito Santo”. Una caratteristica che lasciava stupita la gente, persino facendo scandalizzare alcuni.
Nella Prima lettura di oggi, San Paolo spiega: “Di queste cose noi parliamo non con parole suggerite dalla sapienza umana” (1Cor 2, 13). Il Santo Padre utilizza questa frase come testimonianza dello stile di Gesù, e afferma: “La predicazione di Paolo non è perché ha fatto un corso alla Lateranense, alla Gregoriana… No, no, no! Sapienza umana, no! Bensì insegnate dallo Spirito: Paolo predicava con l’unzione dello Spirito, esprimendo cose spirituali dello Spirito in termini spirituali”. Del resto, ha aggiunto il Vescovo di Roma, “l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: l’uomo da solo non può capire questo!”.
Pertanto, “se noi cristiani non capiamo bene le cose dello Spirito, non diamo e non offriamo testimonianza, non abbiamo identità”, ha proseguito il Pontefice. Se mossi dallo Spirito possiamo definirci liberi, perché riusciamo a “giudicare ogni cosa” senza “poter essere giudicati da nessuno”. Essere cristiano, ha rilevato il Papa, significa avere lo “Spirito Santo” e non “lo spirito del mondo, quel modo di pensare, quel modo di giudicare…”. Va dunque chiarito che si possono avere “cinque lauree in teologia, ma non avere lo Spirito di Dio!”.
Essere un “grande teologo”, infatti”, non corrisponde automaticamente a essere anche un cristiano. L’elemento caratterizzante del cristiano è lo Spirito di Dio, non la conoscenza nozionistica o accademica. Motivo per cui ai tempi di Gesù “il popolo non amava quei predicatori, quei dottori della legge, perché parlavano davvero di teologia, ma non arrivavano al cuore, non davano libertà”. Costoro, ha aggiunto, “non erano capaci di far in modo che il popolo trovasse la propria identità, perché non erano unti dallo Spirito Santo”.
Unzione che aveva invece Gesù. Il cui messaggio è stato evidentemente ben compreso tra le persone più semplici. Il Papa ha osservato che “tante volte, tante volte noi troviamo fra i nostri fedeli, vecchiette semplici che forse non hanno finito le elementari, ma che ti parlano delle cose meglio di un teologo, perché hanno lo Spirito di Cristo”. Quello stesso Spirito “che ha San Paolo”. Infine il Pontefice ha dunque chiesto ai fedeli di invocare il Signore affinché ci doni “l’identità cristiana” e il Suo Spirito. “Donaci – ha concluso – il Tuo modo di pensare, di sentire, di parlare: cioè Signore donaci l’unzione dello Spirito Santo”.