Celebrando messa nella Basilica della Natività di Betlemme, alla presenza di Mahmoud Abbas e Rami Al Hamadallah, rispettivamente Presidente e Primo Ministro palestinesi, e di Nasser Judeh, ministro degli Esteri della Giordania, il patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal, ha paragonato le circostanze della venuta al mondo del Figlio di Dio allo scenario mondiale attuale, con particolare riferimento al Medio Oriente.
“Il mondo si trova di fronte ad una lunga notte di conflitti, di guerre, di distruzione, di paura, di odio, di razzismo, e in questi giorni, di neve e di freddo”, ha detto il patriarca, alludendo alle guerre civili in Africa e in Siria, alle tensioni in Egitto e in Iraq e al recente tifone nelle Filippine.
Da Betlemme, tuttavia, parte il messaggio di salvezza che non ci farà cedere alla disperazione: “Siamo invitati all’ottimismo e a rinnovare la nostra fede che questa Terra, patria delle tre religioni monoteiste, possa un giorno diventare un paradiso per tutti i popoli”, ha commentato Twal.
La risposta di fronte al conflitto in Terra Santa “non è né l’emigrazione né il chiuderci in noi stessi” ma nel “rimanere qui e vivere e morire qui”. In quanto tale, la Terra Santa “deve avere da noi una risposta di fedeltà perché la nostra permanenza in questa terra è una vocazione divina, una benedizione, un privilegio”.
Il patriarca ha concluso l’omelia con una invocazione speciale a Gesù appena nato: “O Bambino Divino, Dio di bontà e misericordia, volgi il tuo sguardo buono alla Terra Santa e ai nostri popoli che vivono in Palestina, in Israele e in Giordania e a tutti i popoli del Medio Oriente”.
[Testo integrale dell’omelia: http://www.zenit.org/it/articles/la-fiamma-della-fede-brillera-come-la-stella-dei-magi]