L’ho battezzata un anno fa, Beatrice; ora la rivedo ben assestata in braccio alla mamma, con l’atteggiamento di chi non ha proprio nessun problema. Anzi con la serenità di chi riceve la risposta prima ancora di porsi il perché. Anzi vive proprio in braccio alla soluzione: la mamma.
Come al solito, prima ancora di salutare la sua mamma, mi rivolgo direttamente a lei con un sorriso di compiacenza non solo e non tanto per la bellezza d’un capolavoro di Dio, ma soprattutto con animo riconoscente per la scuola di vita che arriva e parte dalla cattedra dei piccoli. Mi risuona in continuazione l’invito di Gesù agli adulti: “guardateli…fate come loro…a chi è come loro appartiene il regno di Dio”.
Anche se non sembra, la sua mamma mi assicura che ancora non pronuncia discorsi, ma è attenta a tutto e reagisce a tutto. Forte di questa convinzione, rivolgo alla bambina alcune parole…Ad ogni domanda, particolarmente alle parole che non capisce e non può capire, vedo che mi ascolta e, fissandola, guarda immediatamente la mamma.
Quello sguardo la rassicura, quel sorriso sembra spiegarle tutto. Conseguenza logica, la vedo rasserenata e mi ascolta sempre più attenta e gioiosamente sorridente.
Non avrà capito le mie parole, ma Beatrice, che non sa parlare, mi ha dato questa lezione: Andrea, ad ogni problema che la vita presenta, non smettere di guardare, fissandolo, il Crocifisso: da Lui la tua serenità profonda e la spiegazione di tutto.
Ciao da p. Andrea
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