E’ logico scegliere strade larghe, protette da transenne, ordinate da linee di mezzeria semplici o doppie e con lo spartitraffico che ti rassicura da pericoli di vetture sbadate e contromano.
Sono sbarcato a Ischia. Strade strettissime, prive ovviamente della linea di mezzeria, percorse da mini bus, mini taxi e…perfino da “microtaxi”, cioè l’ape a tre ruote, allestita per sette persone sedute.
Qua e là, le strade sono a senso unico alternato; spesso sei costretto a rallentare, risicare il passaggio radente; molte volte viene in aiuto una cunetta di fortuna dove sostare o retrocedere per lasciar passare chi ti viene di fronte. L’automobilista non può non accorgersi dell’altro, né ignorare il diritto di precedenza che gli altri hanno e giustamente chiedono.
In questo “balletto ischitano” ho goduto cenni di mani festose al ritmo d’un tocco di clacson che non ammonisce, ma segnala e rassicura con un sorriso. Anche lo spazio stradale angusto offre a chi ama il prossimo, l’occasione d’un saluto, d’uno scambio fugace, ma prezioso.
Così ho visto, così sogno Ischia.
Così sogno il convento, la famiglia: persone che privilegiano l’opportunità di camminare fra le stesse mura. Tutto il giorno e tutti i giorni, scelgono la ristrettezza del coabitare per poter incontrarsi, per amarsi. Il frequente incrociarsi dona e rinnova la felice opportunità di vivere uno per l’altro.
La vita si trasforma in un grazioso e invitante balletto ischitano.
Ciao da p. Andrea
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