Una corrente di bene percorre la storia sulla terra

Omelia di mons. Camisasca nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

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Riprendiamo il testo dell’omelia pronunciata da monsignor Massimo Camisasca, vescovo della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, nella solennità dell’Immacolata di Maria.

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Cari fratelli e sorelle,

celebro per la prima volta, a Reggio Emilia, la solennità dell’Immacolata Concezione. Sono entrato in diocesi il 16 dicembre scorso e con questa festa concludo il mio primo anno di episcopato in mezzo a voi. L’ho iniziato affidando il mio ministero alla Vergine della Ghiara e sono molto contento di compierlo oggi, proprio sotto lo sguardo di Maria.

Abbiamo bisogno di luce! Di luce che illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori.

Abbiamo bisogno di luce che ci sveli la verità: chi sono? Chi mi ha fatto? Da dove vengo? Qual è il mio destino? Posso conoscere tutto ciò o sono condannato a brancolare nel buio?

C’è una vocazione per l’uomo e per la donna? Hanno un loro posto nel mondo assegnato da Dio e accolto creativamente dalla loro libertà o sono soggetti al caso?

In queste vocazioni c’è ancora la famiglia, unione stabile tra l’uomo e la donna?

Con la morte finisce tutto o la vita personale continua in una forma nuova che non rinnega ma compie la vita sulla terra?

Abbiamo bisogno di luce che riscaldi i nostri cuori, che ci attragga per la sua bellezza, che ci convinca che non esiste solo il male, la divisione, il tradimento, la guerra, ma che esiste il bene, la carità, il perdono, l’accoglienza.

Questa luce oggi appare in Maria, colei che è stata pensata e voluta da Dio senza peccato.

La Vergine stessa, a Lourdes, rivela questo mistero a una bambina. Si presenta con questo nome: concepita senza la macchia del peccato originale. La piccola Bernadette non sa chi ha di fronte, ma è colpita dalla bellezza della Signora che le parla. Proprio questo fatto ci aiuta a capire il senso profondo di questo mistero.

La Vergine si rivela come l’Immacolata per risvegliare nell’uomo la nostalgia della bellezza, della purità originale. Perché l’uomo sappia che la bellezza esiste non soltanto in cielo, ma anche sulla terra.

Il nostro mondo è certamente segnato dal male, ma una corrente di bene percorre la storia sulla terra. Una corrente che inizia già nella Genesi, con la creazione (cfr. Gn 1, 4-31 vide che era buona, …vide che era molto buona). Questa corrente prosegue il suo corso, sempre nella Genesi, con il preannunzio della donna che sconfiggerà il male, di colei la cui stirpe avrebbe schiacciato la testa del serpente ingannatore, di colui che rende brutto e cattivo il mondo.

Durante tutta la storia di Israele tante donne e tanti uomini hanno continuato questo fiume di bene, di purità. Una purezza relativa, certo, segnata da mille cadute, ma continuamente tesa, nell’obbedienza e nella conversione, a quella purità che è totale solo in Dio.

In Dio non c’è alcun male. In lui c’è solo volontà di bene. Solo Dio è buono, ci insegna Gesù (cfr. Mc 10,18). Per questo la Madre di Dio è immacolata, preservata dalla macchia originale, redenta in anticipo.

In lei risplende la bellezza della creatura così come Dio l’aveva pensata in origine. In lei è descritto quindi anche il nostro destino di bene. Possiamo avere, in Maria, un punto sicuro a cui guardare, una luce dentro la nebbia della nostra vita.

Ha scritto Charles Péguy: «Ci sono giorni nella vita in cui si sente di non potersi più accontentare dei santi patroni. Allora bisogna prendere il coraggio a due mani e rivolgersi direttamente a colei che è al di sopra di tutto. Essere coraggiosi. Per una volta. Rivolgersi coraggiosamente a colei che è infinitamente bella. Perché è infinitamente buona. A colei che intercede. La sola che possa parlare con l’autorità di una madre. Rivolgersi coraggiosamente a colei che è infinitamente pura. Perché è infinitamente dolce. A colei che è infinitamente nobile, perché è anche infinitamente cortese. Infinitamente accogliente» (C. Péguy, La Santa Vergine, La Locusta, Vicenza 1971, pp. 7-11).

Affidiamoci, allora, a Maria con fiducia di figli. Nessuno si senta escluso dall’attenzione della Madre. Nessuno è tanto lontano da non poter essere ascoltato e sostenuto da lei. Immergiamoci nella meditazione dei misteri della sua vita. Torniamo a pregare il rosario, soprattutto nelle famiglie: i genitori con i figli, i mariti assieme alle mogli, ma anche tra amici, per chiedere assieme le grazie di cui abbiamo bisogno. Mettiamoci sotto la protezione della Vergine. Consacriamo a lei le nostre persone, le nostre famiglie, i nostri figli. Rechiamoci a pregare nei santuari a lei dedicati, sui luoghi delle sue apparizioni e dei suoi miracoli.

Tutta la nostra vita inizierà, pian piano, ad essere investita dalla luce che promana da Maria, dalla sua bellezza, dalla sua purità, dalla sua misericordia.

È questo il mio augurio per tutti voi all’inizio dell’Avvento. Un tempo di attesa operosa e vigilante, nel quale, come attraverso un grande portale, ci introduce l’Immacolata.

Amen.

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ZENIT Staff

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