Un annuncio di gioia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il brano del Cantico dei Cantici, esprimendo in forma poetica l’arrivo dello Sposo che fa sussultare di gioia e di amore la Sposa, è la descrizione più bella ed emozionante della gioia di Cristo che viene, che fa vibrare di amore e di gioia il grembo di Elisabetta: un annuncio che fa germogliare, come in una primavera di gioia e di festa, il mondo intero che prima giaceva addormentato ed oppresso dalle tenebre del peccato e della morte. Maria compie la profezia: è lei la “figlia di Sion” che viene sui monti a portare il lieto annuncio alle città di Giuda (Is 40,9). 

Meditazione

Le due madri che si abbracciano in un incontro pieno di mistero e di gioia sono i due volti del mistero della salvezza. Da una parte c’è l’antica alleanza, Elisabetta, colei che attendeva con ansia che il suo grembo sterile potesse finalmente ritrovare la fecondità e la gioia, la madre del profeta Giovanni. Ella comprende come la redenzione unirà suo figlio al Messia attraverso questa continuità misteriosa tra la Parola dei profeti e il loro compimento, tra la voce di Giovanni e la Parola Che Viene, tra l’ombra e la realtà. La giovane Maria, con tutta la sua freschezza, è il Regno che viene in umiltà, nella semplicità di una fanciulla il cui grembo verginale si è riempito di luce per la forza dello Spirito, che ha compiuto in lei ineffabili meraviglie. Il loro abbraccio fa incontrare anche Gesù e Giovanni, il Precursore e l’Atteso delle genti, Colui che annuncerà il compimento delle promesse e Colui che è il compimento di ogni attesa. Lo Spirito Santo è il grande protagonista di questa scena: è lui che conduce Maria “in fretta” da Elisabetta, la velocità con cui lo Spirito irrompe in noi spingendoci ad andare, ad annunciare, ad amare. Per Maria è necessario portare Gesù vivo nel suo cuore e nel suo grembo: è naturale per un vero credente il desiderio di condividere la “bella notizia” di Cristo con i fratelli. Non era possibile che una tale benedizione divina, un evento così grande potesse rimanere nascosto nel piccolo villaggio di Nazaret. Il bene tende ad effondersi, a dilatarsi, come il sole che sorge sul mondo inondando della sua luce tutta la terra. Ecco, allora, che ogni uomo gioisce del «canto nuovo» (Sal 32), in Lui l’anima ritrova la festa perduta, l’innocenza dimenticata, la giovane primavera che l’inverno aveva nascosto.

Preghiera

O Signore, fa’ di me uno strumento di evangelizzazione, che io porti ad ogni uomo la gioia e la bellezza del Vangelo affinché scompaia ogni tristezza, che io possa condividere con i miei fratelli le loro sofferenze e possa, insieme a Maria, essere portatore di Cristo nei suoi stessi gesti d’amore. 

Agire

Voglio consolare chi soffre e chi ha bisogno, porterò ai più disagiati la gioia e la misericordia che nascono dalla mia fede e dal mio amore a Cristo. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturalitratta dal mensile “Messa Meditazione”per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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