– Carissimo Raffaele, fra pochi giorni ti trasferirai per obbedienza, dalla comunità religiosa di Maguzzano a quella di Milano. Ti scrivo per dirti che questi passi li possiamo fare insieme, in comunione, nello spirito della carità: sono passi da fare in Dio, con Lui tra noi.
– Ti ho telefonato varie volte…ma non ti ho mai trovato a casa. Eri a Cortina, poi a Venezia, poi a…Vicenza… Sta un po’ a casa!
– Ma io sono sempre a casa; non sono fuori del convento quando esco in accordo con la mia comunità. L’accordo tra marito e moglie è famiglia, è casa, è patria; l’armonia tra fratelli è il convento.
– Ma io qui a Maguzzano avevo una comunità che parlava il bresciano…ora a Milano ne trovo un’altra e le dovrò parlare in milanese.
– A dirti il vero, tra coloro che si amano non c’è distinzione di luogo, non c’è mai difficoltà di linguaggio, c’è per definizione solo l’amore. Certamente se non ci fosse l’amore, cesserebbe la famiglia e la comunità; ogni lingua sarebbe insufficiente, creerebbe un ostacolo ai rapporti.
Babele è la sede del non amore, del contrasto, è il regno del “diavolo-divisore”. Mancando l’amore si sono frantumati i rapporti e si sono moltiplicate le lingue.
La torre di Babele è l’antitesi della Pentecoste. Ciò che Babele disperse, l’amore della Pentecoste raccolse.
Non c’è linguaggio più ostico di colui che non ama. Ogni lingua al mondo viene parlata e intesa da chi sa e vuole amare.
Sa parlare, sa farsi intendere, sa ascoltare e capire solo chi si esprime amando.
Non sono le parole che segnalano l’amore; ma è l’amore che muove la lingua. Solo il cuore sa parlare e dire la verità: chi non ama mente sempre.
Ciao da p. Andrea
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