Eccomi

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Le titubanze del re Acaz mostrano un uomo che teme i segni di Dio, la cui vita non è condotta dai “segni” di salvezza che provengono dal Signore e che indirizzano la nostra vita. Per il re “non tentare il Signore” significa in realtà non rischiare la propria credibilità avendo fiducia in Dio, non credere fino in fondo alla verità della presenza salvifica di Dio nella nostra vita. Il Signore invece stupisce sempre e supera le nostre ambiguità umane donandoci segni straordinari: usando la via misteriosa che passa attraverso l’umiltà e non la potenza, Egli realizza la grandezza del Regno di Dio. 

Meditazione

Il racconto dell’Annunciazione è uno dei testi più densi e profondi del Nuovo Testamento. Le parole scelte da Luca riecheggiano le profezie di tutta la storia della salvezza, risalendo fino all’origine della promessa di Abramo, a quel “nulla è impossibile a Dio” che gli angeli avevano pronunciato presso la località di Mamre, annunciando la nascita di Isacco e il compimento delle promesse. Eppure, quelle parole antiche diventano novità sconvolgente all’interno di questo dialogo misterioso tra Dio e Maria, tra il cielo e la terra. Le prime parole del saluto angelico irrompono nella vita della fanciulla di Nazaret come un fulmine: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». In queste parole tutti gli annunci di salvezza dei profeti squarciano le tenebre del mondo. Gli oracoli di Isaìa (Is 12,6), Zaccarìa (Zc 2,14), Sofonìa (Sof 3,14-15), Gioèle (Gl 2,21-27) si realizzano nella “piena di grazia”. Per esprimere questo concetto il greco usa un’unica parola – kekaritomène –, cioè “Colei che è stata ricolmata di grazia”, fin dal primo istante del suo concepimento per pura misericordia di Dio, e continua ad essere custodita da quella benevolenza infinita. L’espressione “il Signore è con te” è quella con cui Dio saluta i suoi amici e servi più fedeli, come Abramo e Mosè. Per questa ragione Maria rimane turbata a questo saluto: non è l’angelo a turbarla, ma le sue parole così forti, grandi, la cui eco viene da lontano, dalla storia di Israele, dal cuore stesso di Dio. Certamente, l’intelligenza umana si ferma sulla soglia di tanta sublimità, ma Maria non teme, non si ferma, chiede, ascolta, si affida, e con il suo «eccomi» trasforma la storia dell’uomo facendo entrare nel mondo la grazia di Dio. 

Preghiera

Signore, ti chiedo per l’intercessione della Beata Vergine Maria la grazia di ascoltare la tua Parola e di farla carne in me, nella mia vita, nelle mie azioni, nelle mie parole, affinché possa donare al mondo la sua luce di gioia e di verità e aprire il cuore degli uomini al Vangelo di salvezza. 

Agire

Ascolterò con attenzione e metterò in pratica la Parola di Dio, soprattutto quando il Vangelo mi chiede qualcosa di impegnativo e di difficile. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturalitratta dal mensile “Messa Meditazione”per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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