Dopo decenni, torna a Roma il "Presepe del Re"

Da oggi fino al 2 marzo, all’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, allestito il Presepe monumentale delle collezioni del Museo nazionale delle Arti e Tradizioni popolari

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In occasione del prossimo Natale viene allestito, per la prima volta in Museo dopo decenni, il grande “Presepe del Re”, il monumentale presepe napoletano realizzato con i pastori settecenteschi e ottocenteschi raccolti da Lamberto Loria e oggi parte delle collezioni del Museo nazionale delle Arti e Tradizioni popolari. La mostra verrà inaugurata oggi pomeriggio, alle 18, all’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia di Roma (piazza Guglielmo Marconi 8 – zona EUR).

Il riferimento è a Carlo III di Borbone (1716-1788), il Re di Napoli e di Sicilia che, in piena età barocca, grazie alla sua personale passione per l’allestimento del Presepe, diede un forte impulso e permise un’ampia diffusione di questa secolare tradizione. Nel 1911, in occasione della Mostra di Etnografia italianatenutasi a Roma per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia, l’etnologo Lamberto Loria, curatore dell’esposizione, fece allestire una sezione dedicata a due grandi presepi napoletani realizzati con circa mille personaggi, confluiti poi nelle collezioni del Museo. Questi erano stati raccolti tra il 1908 e il 1910 da Loria avvalendosi di collaboratori come Francesco Baldasseroni e Salvatore Di Giacomo, o Pietro D’Achiardi.

Come risulta dai carteggi, i pastori – nome usato generalmente per indicare qualsiasi personaggio del presepe – furono scelti con grande perizia, grazie alla competenza e alla professionalità dei raccoglitori cui Loria si era rivolto. Benché acquisiti in alcuni anni, ed anche sul mercato antiquariale (a Napoli, ma anche a Firenze o a Roma),  gli oltre mille pastori del MAT mostrano una sostanziale unità, in primo luogo nella superba qualità esecutiva, che ne fa un presepe di proprietà pubblica di massima importanza.

Pur non conoscendo i nomi dei vari “figurari” (gli artigiani che realizzavano i pastori), alcuni pezzi sono accostabili all’ambito degli allievi del Sammartino o alla cerchia di Francesco Celebrano, grande plasticatore. D’altronde,  come testimoniano i documenti, nelle intenzioni di Loria per l’Esposizione dell’11 dovevano essere utilizzati solo i migliori esemplari di pastori a testimoniare l’altissima qualità dell’artigianato napoletano.

L’incredibile quantità di figure raccolte nei primi anni del ‘900 permette ancor oggi di rappresentare diverse tematiche ispirate ai Vangeli, dall’Annuncio ai pastori al Corteo degli Orientali al seguito dei Re Magi, con vari gruppi etnici ispirati alle credenze popolari e ai resoconti dei viaggi in Oriente.

L’allestimento attuale è ad opera del Maestro preseparo Nicola Maciariello, cui si deve il grande impianto scenografico dove sfilano califfi, mercanti, nobili e guerrieri, fortemente caratterizzati, con abiti e stoffe pregiate. Molte anche le figure destinate alla rappresentazione della vita quotidiana e delle molteplici attività che caratterizzavano le strade di Napoli tra ‘700 e ‘800; a questa si affianca la rappresentazione di una umanità varia e multiforme, un microcosmo di cui fanno parte i nobili e ricchi signori, così  come i poveri e i mendicanti.

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ZENIT Staff

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