Stiamo parlando di Giovanni Papini un indomabile polemista, sempre pronto ad azzuffarsi, litigò con Prezzolini e con Benedetto Croce.
Scrisse Prezzolini di Papini: “Sentii subito che era un genio”. Ma bisognava ribellarsi alla sua aggressività “per poterci stare insieme”.
Papini nel frattempo lavorò al Tempo di Roma occupandosi della terza pagina. Aveva già scritto la sua autobiografia spirituale Un uomo finito e L’uomo Carducci, quando, alla fine della Prima Guerra mondiale soffrì una profonda crisi spirituale.
In quel contesto scrisse di nascosto La Storia di Cristo. Impensabile per uno come lui ateo e bestemmiatore. Neanche la moglie poteva crederci.
Ad aiutarlo nella conversione miracolosa fu l’allora direttore della Civiltà Cattolica e stimato scrittore, padre Giuseppe De Rosa
Nonostante il grande talento venne tenuto fuori dall’Accademia d’Italia. Suo principale oppositore era il futurista Filippo Tommaso Marinetti.
Nonostante i tanti nemici ottenne la prestigiosa cattedra di Letteratura italiana all’Università di Bologna, già ricoperta da Giosuè Carducci e da Giovanni Pascoli, ma dovette rinunciarvi per una malattia agli occhi.
Si rifiutò di presiedere l’Accademia d’Italia, per protesta contro l’assassinio di Giovanni Gentile.
Divenne terziario francescano con il nome di fra Bonaventura e morì a Firenze cieco e paralizzato, l’8 luglio 1956.
Nel 1955 scrisse una bellissima poesia sul Natale che ci fa piacere riproporre ai lettori:
La bella notizia del 25 dicembre 1955
Anche se Cristo nascesse
mille e diecimila volte
a Betlemme,
a nulla ti gioverà
se non nasce almeno una volta
nel tuo cuore.
Ma come potrà accadere
questa nascita interiore?
Eppure questo miracolo nuovo
non è impossibile
purché sia desiderato e aspettato.
Il giorno nel quale non sentirai
una punta di amarezza
e di gelosia dinanzi alla gioia
del nemico o dell’amico,
rallegrati perché è segno
che quella nascita è prossima.
Il giorno nel quale non sentirai
una segreta onda di piacere
dinanzi alla sventura e alla caduta altrui,
consolati perché la nascita è vicina.
Il giorno nel quale sentirai il bisogno
di portare un po’di letizia a chi è triste
e l’impulso di alleggerire il dolore o la miseria
anche di una sola creatura,
sii lieto perché l’arrivo di Dio è imminente.
E se un giorno sarai percosso
e perseguitato dalla sventura
e perderai salute e forza,
figli e amici
e dovrai sopportare l’ottusità,
la malignità e la gelidità
dei vicini e dei lontani,
ma nonostante tutto non ti abbandonerai
a lamenti né a bestemmie
e accetterai con animo sereno il tuo destino,
esulta e trionfa perché il portento
che pareva impossibile
è avvenuto
e il Salvatore è già nato nel tuo cuore.
Non sei più solo, non sarai più solo.
Il buio della notte fiammeggerà
come se mille stelle chiomate
giungessero da ogni punto del cielo
a festeggiare l’incontro
della tua breve giornata umana
con la divina eternità.