Padre: siamo un nugolo immenso di frugoletti che, appena ci affacciamo all’orizzonte di questa terra, singolarmente e tutti insieme ti corriamo incontro, ti giriamo intorno e ti stiamo in braccio e con Gesù ti chiamiamo “papà”.
Nostro: appena ci accorgiamo di avere da te la vita ed esserne amati tutti e ciascuno infinitamente, sperimentiamo di essere fratelli.
Che sei nei cieli: non si dice che eri o che sarai; ma che sei in noi in questo momento, come lo sei stato e lo sarai sempre. Perché figlio, ognuno è il cielo che ti sei creato e scelto di preferenza. Non occorre rivolgere in alto gli occhi per cercarti; tu ci inviti a tenerli aperti su noi stessi e su chi ci sta accanto: tabernacolo della tua presenza trinitaria. Noi siamo il tuo cielo, perché il nostro cielo sei tu.
Sia santificato il tuo nome: il tuo nome è Amore. Se non sei amore tu non esisti; chi non ti tratta da innamorato, non conosce te ed è orfano, non conosce se stesso e si butta via, né conosce i fratelli e rimane solo. Santifichiamo il tuo nome ad ogni atto d’amore verso chiunque tu ami. Ci santifichiamo nell’amore reciproco perché facciamo circolare il sangue del Papà che in cielo genera il figlio ed è da lui riamato nella comunione dello Spirito Santo.
Venga il tuo regno: si “il tuo regno è in mezzo a noi”: si ravvivi e si riconosca tra noi la presenza di Gesù; donaci la capacità di generarlo con te nella comunione: dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono, io vivo, io corro in mezzo a loro. Il tuo regno, Padre, è quell’unità che Gesù ti ha chiesto prima di venire in cielo: siano anch’essi in noi una cosa sola.
Sia fatta la tua volontà: è un dono grandissimo poterti consegnare tutta la nostra disponibilità, per lasciarti fare da Dio in noi e tra noi: sappiamo che tu in noi vuoi e puoi fare quelle meraviglie che noi ti lasciamo fare. La tua volontà è chiara nel “comandamento” di Gesù; la regola di tutte le regole: “amatevi gli uni gli altri, come io amo voi”. Vivere questa tua volontà significa camminare sulla via della santità.
Come in cielo, così in terra. Ho mandato il figlio a portare in terra il clima del cielo; l’atmosfera del divino sulla terra è sicura appartenenza al Padre nel figlio.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Abbiamo una vita naturale e soprannaturale da vivere. Dalla terra il pane che ci nutre, dall’eucaristia il pane del cielo e dalla tua parola la vita dello Spirito, la vita che ci nutre e ci trasforma in Te. La comunione con te ci porta alla comunione con i fratelli; la comunione con i fratelli è la garanzia per la comunione con te.
Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Appena conosciamo i debiti che abbiamo accumulato nei confronti dei fratelli, non osiamo pretendere il perdono dagli altri, ma ci sentiamo spinti urgentemente a “restituire”, quattro volte tanto, il debito contratto per non averli amati: non ci sia tra di voi altro debito che quello dell’amore reciproco. Ci sdebitiamo perdonando.
Non ci indurre in tentazione: toglici di dosso la più grave tentazione: è la presunzione di sapere e poter amare senza affogare nella sovrabbondante immensità del tuo amore.
Ma liberaci dal male. Vivendo in Gesù, ci liberiamo dal male con il bene, dall’odio con l’amore, dalle insidie dell’egoismo con il dono di sé. Chi dimora nell’amore è soltanto amore.Capiremo che la libertà è poter amare.
Amen! Cosi è e così sia!
Ciao da p. Andrea
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