Molti di noi ricorderanno il film Edward mani di forbice. Diretta da Tim Burton e interpretata da Johnny Depp, la pellicola raccontava la vicenda di un mostro dal cuore buono, un individuo per molti versi più umano dei “normali” e, anche per questo, vittima del pregiudizio e della cattiveria.
Edward è come Frankenstein ma, a differenza dell’androide ideato da Mary Shelley, non si vendica della violenza umana subita e diventa un amaro simbolo di mansuetudine e di diversità emarginata. In lui possiamo vedere riflesso il destino di molti ragazzi disabili fisici o mentali e il loro bisogno d’amore.
È con questo spirito che Fabrizio Ragonetti ha messo insieme una piccola compagnia teatrale alle porte di Roma, composta per lo più da giovani disabili, molti dei quali gravi, portando in scena più volte una riduzione di Edward mani di forbice, con alcune variazioni sul tema originario, ovvero con un approccio più ottimistico.
Lo spettacolo, che prende il nome di Ritagli di neve, sarà rappresentato domenica 15 dicembre, alle ore 17.30 al teatro “San Giuseppe” delle Suore di Gesù Redentore, in via Primo Maggio 43, a Fonte Nuova. Eventuali repliche potrebbero tenersi la prima o la seconda domenica di gennaio.
L’ingresso è libero; all’interno del teatro, chi vorrà potrà acquistare i biglietti di una riffa di beneficienza, in cui il primo premio è un oggetto creato dai ragazzi della cooperativa.
La compagnia teatrale coordinata da Ragonetti nasce nell’ambito di una cooperativa operante nel distretto di “Roma G” che segue ragazzi disabili prevalentemente all’interno delle loro scuole.
Da circa un anno e mezzo, il Comune di Fonte Nuova ha affidato alla cooperativa la gestione di alcuni laboratori, a servizio di due gruppi distinti di disabili: uno per ragazzi dagli 11 ai 18 anni, l’altro per giovani e adulti dai 18 ai 50 anni.
Il gruppo complessivo è di circa 25 persone con disabilità che vengono coinvolte in attività come gite e visite sul territorio e laboratori creativi di vario genere.
Una delle attività di punta di questi anni è il “Laboratorio di vite diverse”, in cui sono gli stessi disabili, o i loro parenti stretti, a parlare pubblicamente della loro esperienza personale: molti di loro, racconta Ragonetti, hanno saputo emanciparsi dalla loro condizione, facendo sport o vivendo in autonomia pressoché totale.
Lo spettacolo di domenica 22 dicembre è liberamente ispirato ad Edward mani di forbice e prende il titolo Ritagli di neve. “Le forbici rappresentano la diversità – spiega Ragonetti a ZENIT – dalla quale posso scaturire cose belle come la neve, che ti stupiscono sempre”.
Edward, il protagonista, viene interpretato a turno da tre ragazzi disabili e la sua storia è ambientata in una comunità “falsa e piena di stereotipi, in un quartiere di case dai colori pastello dove sembra che tutto sia normale, quando poi Edward porta scompiglio con la sua diversità”, spiega Ragonetti.
Le musiche sono quelle originali del film di Burton, con scenografie realizzate dai ragazzi della cooperativa. Una variante rispetto all’originale è la trasposizione di uno degli antagonisti di Edward come voce narrante che – ormai anziano – racconta il suo rimorso per aver fatto del male tanti anni addietro a una creatura così indifesa.
“Ogni giorno al laboratorio è un teatro – dice ancora Ragonetti – e non passa giorno in cui non si ride… Quello che condividiamo quotidianamente lì dentro è qualcosa che vale la pena raccontare. Anche quando diamo loro delle correzioni educative, nei ragazzi c’è una mimica facciale, una gestualità straordinaria. Alcune scene le proviamo sul pulmino, quando li riaccompagniamo a scuola. Il nostro teatro nasce da un’esperienza che viviamo tutti i giorni”.
“I nostri sono disabili gravi – prosegue Ragonetti – alcuni dei quali down con livello intellettivo basso, che non consente loro una vita normale, nemmeno quando sono in contesti adatti a loro o tra pari. Alcuni non hanno la comprensione di quello che si sta facendo per loro, altri sono più consapevoli”.
“Questo tipo di esperienza crea una sinergia, una forza, una volontà in tutti noi di tirare fuori il meglio anche dal ragazzo più problematico. Anche il tetraplegico, incapace di parlare può dare il suo contributo ed essere protagonista. Questo percorso li porta ad una crescita, a scoprire e valorizzare al meglio le loro doti”, conclude il coordinatore del laboratorio teatrale.