Un gustoso ‘aperitivo’ del prossimo Meeting dell’Amicizia tra i Popoli è stato offerto ieri sera presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma. Alla presenza di volti vecchi e nuovi della manifestazione riminese si è tratto un bilancio dell’ultima edizione, con uno sguardo al futuro immediato.
Il tema della XXXIV edizione (18-24 agosto 2013) era stato Emergenza uomo e, come ha spiegato il presidente della Fondazione Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, tale emergenza si manifesta quando l’uomo perde “il desiderio” e il “gusto della vita”.
Una risposta a questa inquietudine sembra davvero fornirla il tema della prossima edizione, in programma dal 24 al 30 agosto 2014: Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo.Nello spirito dell’insegnamento di papa Francesco, “non dobbiamo aspettare gli altri, dobbiamo andare loro incontro”, ha sottolineato Vittadini.
C’è quindi la dimensione oblativa, tanto cara a don Giussani che parla della carità come “dono di sé commosso” che non ha nulla di astratto ma si trasmette personalmente ai “singoli” e agli “ultimi”.
È nei particolari apparentemente insignificanti dell’umanità dolente che si nascondono gemme di semplicità, saggezza e verità. A tal proposito Vittadini ha citato la “roba minima” del barbone, protagonista della canzone El purtava i scarp del tennis di Enzo Jannacci, e il “mondo piccolo” della provincia emiliana, celebrato da Giovanni Guareschi nei suoi racconti.
Il prossimo Meeting, quindi, passerà in rassegna queste ‘realtà minime’, tuttavia, ha assicurato Vittadini, “non sarà un Meeting minimalista”, in quanto c’è sempre l’aspetto grandioso della “passione per l’uomo che ci dice che qualcuno si è fatto destino”.
Sul palco del Palazzo delle Esposizioni è poi salito Franco Frattini, Presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), già Ministro degli Esteri (2001-2004; 2008-2011) e Commissario Europeo alla Giustizia (2004-2008).
Rievocando le sue numerose partecipazioni al Meeting di Rimini, Frattini ha sottolineato come la kermesse riminese offra emozioni forti ed autentiche anche quando si affrontano temi delicati come la politica o la diplomazia internazionale: così avvenne, ad esempio, nell’anno in cui Frattini riuscì a mettere di fronte i ministri degli Esteri israeliano e palestinese.
Soffermandosi sul tema delle periferie, l’ex ministro ha sottolineato che “è nel piccolo che si costruiscono le grandi strategie” e la sempre più pressante realtà delle “minoranze di emarginati” che popolano l’Europa.
L’ex presidente della Camera, Luciano Violante ha lodato la capacità del Meeting di “costruire legami”, in un mondo segnato dall’emarginazione. Il Meeting di Rimini, tuttavia, ha aggiunto Violante, è anche il luogo della “fiducia” e della “gratuità”, valori “da difendere”.
Wael Farouk, vicepresidente del Meeting del Cairo e docente presso l’Istituto di lingua araba dell’Università Americana del Cairo, ha evocato le comuni origini abramitiche di cristianesimo e islam: nel Corano, sotto la volta del cielo, Abramo si strugge per la bellezza della luna e delle stelle e ne patisce l’assenza al levarsi del giorno; così facendo il profeta comprende la grandezza dell’Amore, quella realtà intangibile che, tuttavia, non muore mai.
“È al Meeting che ho conosciuto l’amore – ha confidato il prof. Farouk -. L’ho percepito nel sudore dei volontari sotto il sole d’agosto… è lo specchio di una presenza divina”.
Da parte sua, Eugenio Mazzarella, professore di Filosofia Teoretica, all’Università “Federico II” di Napoli, ha raccontato: “Mi coinvolge il fatto che al Meeting si va tutti per ascoltare, compreso chi parla. Sul piano personale è un’esperienza radicale”.
Il sociologo Salvatore Abruzzese, docente alla LUMSSA, ha sottolineato l’inconsistenza delle percentuali – elemento imprescindibile nella ricerca sociale – di fronte alla profondità dell’umano. Al Meeting, ha detto, “la gratuità è l’esperienza più illuminante ma è alimentata dalla passione”.
Il tema del prossimo Meeting è interessante, perché è “centrato sul Papa e sulla condizione storica attuale: mette a fuoco l’Occidente degli invisibili”, ha commentato Massimo Borghesi, professore di Filosofia Morale all’Università di Perugia.
Il ciclo di interventi, moderato e introdotto dal giornalista Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, è stato chiuso dalla presidente del Meeting di Rimini, Emilia Guarnieri, che nell’imminenza delle feste, ha ricordato che “il Natale è la festa del fare memoria degli altri, degli affetti”.
La memoria di un “bambino piccolissimo” che porta l’amore tra gli uomini, può quindi essere vista come un segno del piccolo che si fa grande, di quelle ‘periferie’ dell’esistenza che danno senso al centro dell’esistenza stessa e alla consapevolezza di sé.