In Iraq una reliquia e una statua di Giovanni Paolo II

Un frammento della veste indossata da papa Wojtyla il giorno dell’attentato, sarà portata ad Ur, nella terra di Abramo, da una delegazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi

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Parte domani per l’Iraq la delegazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi guidata da  monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato e Vice Presidente di Opera Romana Pellegrinaggi. La delegazione, composta da sacerdoti, giornalisti e personale dell’ente del Vicariato di Roma preposto all’accoglienza ai pellegrini, sarà nel paese asiatico dal 12 al 19 di dicembre.

Si compirà così in Iraq il “Gesto profetico”, una tradizione dell’Opera Romana Pellegrinaggi iniziata nel 1991 da monsignor Andreatta, sempre benedetta da Papa Giovanni Paolo II. “Il gesto profetico è un gesto simbolico. Si chiama “profetico” perché richiama i segni biblici, i segni che Dio ha compiuto per la salvezza dell’uomo e li ripropone nel tempo” spiega monsignor Andreatta che ha portato a Papa Francesco gli oggetti che materialmente verranno portati in Iraq come dono agli “uomini di buona volontà” di quella terra dilaniata da così tanti anni di guerra, di sofferenza e di dolore. Il Santo Padre ha benedetto gli oggetti prima dell’Udienza generale del 4 dicembre scorso.

Il Gesto profetico in Iraq, il primo dopo un’interruzione di alcuni anni, nasce nel segno del beato pontefice polacco: una reliquia di Giovanni Paolo II, un frammento della veste, intrisa di sangue, che indossava il giorno dell’attentato del 13 maggio 1981, verrà portata in pellegrinaggio in quella terra che Papa Wojtyła volle così intensamente visitare ma che non poté raggiungere per le note vicende belliche.

Monsignor Andreatta guiderà il pellegrinaggio nella Terra di Abramo in sintonia con le parole che Papa Francesco ha pronunciato al termine dell’Udienza Generale del 30 ottobre 2013: “Vi invito a pregare per la cara nazione irachena purtroppo colpita quotidianamente da tragici episodi di violenza perché trovi la strada della riconciliazione, della pace, dell’unità e della stabilità”. 

Andare in Iraq rappresenta un ritorno alle radici, significa andare nei luoghi dove nacque e visse Abramo, Padre nella Fede di tutti i credenti. Ur, terra dei Caldei, la città simbolo delle promesse e della libertà per tutti credenti nell’unico Dio, rappresenta le comuni origini che uniscono Ebrei, Cristiani e Musulmani. Compiere questo gesto vorrà dire “ricominciare” da dove la storia della Salvezza ha avuto inizio con la chiamata di Abramo per ripercorrerne la strada, così a lungo preclusa ai pellegrini.

Unitamente alla reliquia di Giovanni Paolo II che verrà collocata nella Cattedrale Siro-Cattolica, verranno portate: una statua di Giovanni Paolo II che verrà lasciata alla Cattedrale Caldea, un’Icona Processionale che verrà donata alla Cattedrale Armena ed infine una Lampada della pace che verrà lasciata alla Cattedrale Latina. Quest’ultima è stata realizzata in quattro esemplari, di cui i primi tre sono stati collocati a Gerusalemme, nellaBasilica del Santo Sepolcro, a Nazareth nellaBasilica dell’Annunciazione, a Betlemme, nella Basilica della Natività.

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ZENIT Staff

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