Quei "ribelli" amici di Gesù (Seconda parte)

A New York, padre Jonathan Morris sta conquistando molti giovani grazie anche ai suoi interventi televisivi

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[La prima parte è stata pubblicata ieri, lunedì 9 dicembre]

Io ho perso molti suoi interventi televisivi la mattina presto. Ma mi ricordo, ad esempio, di una sua presa di posizione sull’evoluzione e il creazionismo, un argomento sempre dibattuto nei programmi di studio delle scuole americane. Pio XII accettò l’evoluzionismo, ma a patto di rispondere alla domanda sull’apparizione dell’anima. Qual è la sua posizione?

Padre Jonathan Morris: La fede e la scienza non sono mai in contraddizione. Quindi, se la scienza ci prova che una cosa è vera, allora quella cosa è vera. Dio ha voluto l’evoluzione delle sue creature nell’arco del tempo: a me sembra chiaro che questa sia la verità. Per noi è chiaro che gli esseri umani sono creature speciali, che noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, che esiste l’anima, ma non sappiamo quando esattamente quest’anima sia stata inserita nel corpo umano. San Tommaso parla di “materia sufficiente”. Ma non dobbiamo aver paura del concetto di evoluzione, non dobbiamo aver paura della scienza. È straordinario come l’evoluzione ci conduca a Dio.

Il “dubbio” è un altro argomento da Lei trattato alla televisione. Può parlarne adesso?

Padre Jonathan Morris: L’ispirazione viene da Benedetto XVI e dalla sua Introduzione al Cristianesimo. Benedetto indica un punto d’incontro fra i credenti e gli atei e questo punto è il dubbio. Il dubbio è un’esperienza che credenti e non credenti hanno in comune. Ma il dubbio non è necessariamente il dubbio sull’esistenza di Dio, è il dubbio in generale. E un Cristiano che si avvicina ad un ateo pensando che noi sappiamo tutto e abbiamo tutte le risposte  è un Cristiano ignorante.

Lei ha vissuto in Italia. Cosa pensa della Chiesa Cattolica in Italia?

Padre Jonathan Morris: Si arriva a dire che la Chiesa Cattolica in Italia stia morendo. Ma questa non è stata la mia esperienza. Sono andato in chiesa e ho visto delle parrocchie fiorenti. Basta andare a Piazza San Pietro. Sì, sono turisti. Ma ci sono anche molti turisti italiani. Sono lì perché amano la Chiesa, perché sono fieri della loro Fede, perché sono fieri del Papa. Sì, sono toccati dal relativismo e dal secolarismo europeo, ma gli italiani hanno ancora una grande riserva di Fede. Gli italiani sono intelligenti, gli italiani sono sensibili, gli italiani – io penso – hanno una natura profondamente spirituale. Si tratta di cicli, periodi buoni e periodi cattivi, ma io ho grande fiducia nella Chiesa Italiana.

E la Chiesa Americana? Cosa pensa del grave problema della libertà religiosa?

Prima di tutto dobbiamo ringraziare Iddio perché non abbiamo i carri armati alla porta. È vero. Ci sono seri pericoli per la libertà religiosa perché l’attuale Amministrazione non ha rispettato la salda tradizione degli Stati Uniti della libertà di coscienza. Ma dobbiamo renderci conto che ci sono fratelli e sorelle cristiani nel Medio Oriente e in altri Paesi che letteralmente muoiono per la Fede. Dobbiamo ringraziare Dio per la libertà religiosa di cui godiamo, dobbiamo difenderla e, nello stesso tempo, dobbiamo protestare a favore di quelli che soffrono per la mancanza di libertà religiosa, specialmente nel Medio Oriente.

Ma ci sono aspetti legali. Cosa pensa delle 46 organizzazioni religiose cattoliche e protestanti, delle ditte cattoliche che hanno citato il governo?

Padre Jonathan Morris: Grazie a Dio che lo fanno.

Cosa pensa che succederà?

Padre Jonathan Morris: Penso che tocchi ai singoli vescovi, in base alla situazione delle proprie diocesi, decidere quale condotta seguire per raggiungere il fine del massimo del bene, evitando, nello stesso tempo, il male.

Cosa vuole dire? Pensa all’episodio del servizio adozioni di Boston, chiuso perché le adozioni avrebbero dovuto violare la morale cattolica?

Padre Jonathan Morris: Certo. Bisogna denunciare i mandati del governo federale che non rispettano la libertà di coscienza, che non  rispettano la libertà di religione.

Ma il governo non sembra convinto.

Padre Jonathan Morris: Numero 1: spero che vinceremo le nostre cause in tribunale. Numero 2: abbiamo sempre a disposizione la grande tradizione del pensiero cattolico che sa trattare i problemi più complessi, tenendosi lontano il più possibile dalla partecipazione al male e, allo stesso tempo,  operando il massimo del bene.

Padre Morris, lei ha scritto due libri: The Promise: God’s Purpose and Plan for When Life  Hurts (La promessa di Dio: lo scopo e il piano di Dio per quando la vita ci fa soffrire) e God Wants You Happy: From Self-Help to God’s Help (Dio ti vuole felice: dall’auto-aiuto all’aiuto di Dio). In questi libri c’è la sua filosofia?

Padre Jonathan Morris: Certamente. Soprattutto la mia filosofia sull’evangelizzazione, cioè su come raggiungere la gente.

Come vede il suo futuro?

Padre Jonathan Morris: Farò qualsiasi cosa mi chieda il mio Vescovo, considerando tutte le possibilità, come andare alla televisione, scrivere un libro o prestare servizio qui, nella mia parrocchia. Tutto pur di far conoscere il Vangelo al maggior numero di persone. Voglio essere un bravo prete.

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Lilia Lodolini

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