Prima Lettura Is 35,1-6a.8a.10
Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa.(…)
“giunge la vendetta”. Il geovismo sostiene: 1) che stiamo negli ultimi giorni in cui la fine di “questo sistema di cose” (non dicono del mondo perché il pianeta resterà) sarebbe prossima; 2) e che il prossimo avvento di Cristo (e non si capisce perché in tal caso Geova sia messo da parte quando il testo dice che l’agente è Lui) sarà un avvento di vendetta, alla lettera. Noi invece sappiamo che il VT si capisce interpretandolo alla luce del Nuovo, e Gesù, con lo Spirito che avrebbe “fatto capire ogni cosa” alla sua Chiesa, ci fa capire che questo di Isaia è un linguaggio che obbedisce al genere letterario apocalittico fatto di immagini, metafore, simbolismi, iperboli ecc. Ci fa capire cioè che quelle guarigioni dei ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi, e la risurrezione di gente spiritualmente “morta”… si riferiscono a ciò che avveniva attorno a Gesù, e quindi che Isaia non si riferiva alla fine dei tempi della storia ma ai tempi messianici iniziatisi con l’incarnazione e proclamati esplicitamente con la Pasqua-Pentecoste. La “vendetta divina” perciò è la redenzione, la salvezza; il nemico da sconfiggere il Diavolo e il peccato.
“si apriranno gli occhi dei ciechi… griderà di gioia la lingua del muto”. Ancora immagini, metafore della salvezza, di quella trasformazione del male in bene, della prigionia in liberazione, della malattia in guarigione ecc… simbolo del dono della grazia che Cristo verrà a portare per il suo popolo riscattandolo dalla schiavitù del peccato. Il geovismo invece le intende tutte alla lettera e le riferisce al creduto paradiso terrestre nel millennio del dopo Armaghedon. Le pubblicazioni della WT sono costellate di immagini seducenti, quando si parla della terra paradisiaca, dove si godrebbero i beni di Dio (esclusa la grazia e la visione beatifica, interdetta perfino agli Unti in cielo). Un paradiso da dove saranno eternamente assenti Dio Padre, Gesù, Maria… le persone insomma che noi potremmo indicare come l’essenza del paradiso. Ci sarà però Giuseppe, a cui non spetta il titolo di “Santo” perché non fu unto, e perciò sarà risuscitato con corpo fisico sulla terra, eternamente separato da Gesù e da Maria che saranno in cielo, con “corpo spirituale” invisibile agli occhi umani.
Seconda Lettura Gc 5,7-10
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. (…)
“la venuta del Signore” Abbiamo già visto nella prima Domenica la trasformazione che il geovismo fa costantemente della “venuta” di Cristo in “presenza”, per sostenere che Cristo è già venuto ma invisibilmente nel 1914. In questo brano la NM la ribadisce due volte. Questa volta però “il Signore” (Kyrios) non è stato trasformato in “Geova” come in tantissimi passi della NM, perché, come già nella prima Domenica, si riferisce certamente a Gesù. Un Gesù diversissimo dal nostro. Il geovismo infatti lo identifica con Michele arcangelo, che, nella sua “presenza” attuale sulla terra non mostra in alcun modo di esserci, ma agisce con il suo “spirito santo”. Apparirà* invece nella manifestazione ad Armaghedon come “feldmaresciallo di Geova”, giustiziere, insieme agli Unti e gli angeli sterminatori che formeranno il suo esercito. Essi saranno gli artefici della “vendetta” di cui alla prima Lettura.
* O forse creerà una “materializzazione” che renda visibile il suo “corpo spirituale” come quando risorse e apparve ai discepoli.
Vangelo Mt 11.2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro (…)
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
E’ triste che di tutto questo bel brano noi si debba riflettere solo sulla riga conclusiva, ma questo è il nostro compito poiché in questo punto c’è una grave diversità interpretativa tra cattolicesimo e geovismo.
Sulla parola di Gesù che indica il Battista come il più grande fra i nati di donna, la Chiesa ha ritenuto “Santo” Giovanni il Battista, così da affiancarlo a Cristo, nei catini absidali delle grandi chiese, alla Madonna e agli Apostoli. Di conseguenza le parole di Gesù che esaltano la grandezza del “più piccolo nel regno dei cieli” dicendola superiore a quella del Battista, viene comunemente interpretata nel senso che la gloria terrena di un profeta del calibro di Giovanni è insignificante rispetto a quella dei Santi di Dio in cielo. Per il geovismo invece questa frase significa che “Giovanni il Battista” non vale quanto gli Unti del cielo perché egli, essendo morto prima della Pentecoste, non ha ricevuto l’unzione e quindi sta “dormendo nel sonno della morte” in attesa di essere risuscitato con un corpo di “carne e sangue” (gli Unti hanno invece un “corpo spirituale”) e però svolgerà un ruolo principesco nella futura terra paradisiaca. Gli Unti poi, come dice San Paolo, comanderanno perfino agli angeli, quindi…
A nulla vale obiettare al TG che la Bibbia dice che Giovanni Battista fu “pieno di spirito santo” fin dal seno di sua madre” (Luca 1,15 – NM), la quale pure, quando ha esclamato “te beata…” a Maria, lo ha fatto essendo “ripiena di spirito santo” (Luca 1,41 – NM). Il CD ha stabilito che si è dichiarati “santi” solo tramite l’unzione dello “spirito santo” e che questo venne “versato” a Pentecoste. Gesù, il Signore dell’universo, il Padrone, la Fonte della “grazia”, che la Bibbia dice che la dona “senza misura” non aveva il potere di fare eccezioni o anticipazioni.
PS – Le “s” minuscole usate dalla NM per “spirito santo” sono dovute al fatto che il geovismo concepisce lo àghios pnèuma come la semplice “forza attiva di Geova”. Ma la Bibbia, oltre allo spirito-forza rivela anche uno pnèuma che, grazie alle sue manifestazioni di intelligenza, volontà, sentimenti, tutta la cristianità storica ritiene Persona divina. Chiaramente, il rifiuto del dogma trinitario, obbliga il geovismo a illustrare il suo pnèuma solo come forza, e per questo ricorre di preferenza ai testi che parlano di lui nel VT. La nostra Chiesa invece ci presenta lo Spirito Santo di cui ci ha parlato Gesù sotto ben altra veste. Lo reincontreremo e vedremo anche gli espedienti del CD dei TG per nascondere la di Lui realtà personale… Intanto il TG che volesse conoscere approfonditamente il pensiero cattolico su questo soggetto potrebbe accertarsi di ciò che ne dice una fonte ufficiale come l’enciclica “Dominum et vivificantem“.