Cristiano Gentili ha 40 anni, viene da Grosseto, è scrittore, oltre che funzionario internazionale per i paesi del Sud del mondo. Da anni dedica le sue forze a far conoscere al mondo il dramma degli albini africani, persone che nascono bianchi anziché neri. Per questo vengono perseguitati, mutilati e uccisi in quanto si crede che i loro arti, le mani e i genitali portino ricchezza e fertilità. Una sorta di Olocausto perpetuo, che affonda le radici nella mentalità comune africana e sfocia in un delirio di razzismo e superstizione.
Dopo diversi viaggi e reportage nelle regioni africane, Gentili scrive un romanzo sul tema, “Ombra bianca”, per denunciare una tragedia il più delle volte taciuta dai media e dall’intero Occidente. Non solo: nel periodo di luglio e agosto inizia a inviare email e lettere, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Invia messaggi a politici, uomini di cultura, giornalisti, presentatori, case editrici, critici, lettori. Circa 4.000 in totale. Di questi 3.999 non ottengono risposta. Solo uno dei destinatari rimane così colpito da mettersi subito in contatto con lo scrittore: Papa Francesco.
Nella mailing list di Gentili c’era anche Bergoglio. Il grossetano si era rivolto al Santo Padre per ottenere un po’ di conforto da questa indifferenza generale. Mai avrebbe pensato, però, che il Pontefice, colpito dalla sua storia e dal dramma, lo avrebbe cercato per capire cosa realmente accada a questa gente nel Continente nero.
A ottobre – come riporta il giornale Il Tirreno – lo scrittore riceve una telefonata: è monsignor Karcher, cerimoniere pontificio, che gli dice: “Buongiorno, la stiamo cercando dal Vaticano. Il Santo Padre ha letto la sua lettera ed è rimasto colpito. Conosce il dramma degli albini, benedice quello che sta facendo e ha il suo interessamento per lei”.
Come tutti quelli che ricevono questo tipo di attenzione dal Successore di Pietro, anche Cristiano pensa a uno scherzo. Poi, però, il giorno successivo arriva un’altra telefonata da un numero sconosciuto. Questa volta è un’altra persona, “sempre vicina a Papa Francesco” che – racconta lo scrittore – gli comunica di esser stato invitato come relatore in un simposio internazionale sullo sviluppo sostenibile per l’Africa, il 29 novembre, alla Pontificia Accademia delle Scienze, luogo di cultura tra i più prestigiosi del mondo e campo d’azione di diversi premi Nobel.
Gentili, che in quei giorni doveva essere in Kosovo come osservatore elettorale, si libera da ogni impegno, anche perché dalla Santa Sede lo informano che il Papa vorrebbe fare la sua conoscenza e che lo invita per tre giorni a Santa Marta. L’incontro avviene il 27 novembre: lo scrittore arriva nella Domus vaticana, alloggio del Vescovo di Roma, e la sera a mensa lo incrocia per la prima volta. Riesce però a parlarci solo il giorno successivo a cena. Superato l’iniziale imbarazzo, Gentili si fa avanti e ringrazia Bergoglio, regalandogli un santino di San Francesco, un braccialetto di Albinia e il romanzo “Ombra bianca”, che il Papa si mette a sfogliare.
Dopo il simposio alla Pontificia Accademia delle Scienze, torna a Santa Marta e ottiene finalmente un momento privato con il Santo Padre. “Ho sempre fatto questo perché ci credevo veramente – spiega Cristiano a Francesco – e non ho mai trovato una guida capace di capire cosa volevo fare davvero per queste persone”. Il Papa ascolta e fa domande quando l’uomo gli illustra il suo ultimo progetto: un’applicazione su Ombrabianca.com che permetterà, con la lettura di brevi frasi del romanzo, di comporre il primo “audiolibro sociale”. Il ricavato andrà tutto a sostegno dei progetti per gli africani albini.
Gentili allora si fa coraggio e dice al Papa: “Le chiedo di farmi un regalo per queste persone…”. Neanche il tempo di terminare la domanda, che il Pontefice risponde con un semplice “sì” e lo abbraccia. Lo scrittore prende allora un piccolo registratore e sceglie una pagina significativa, l’ultima, in cui appare un personaggio simbolico, padre Francis, che dopo il declino della chiesa africana incarna la rinascita dei valori cristiani. “Dio è in ogni essere umano. Se si offende una persona, si insulta Dio”, chiosa il sacerdote nel libro. E il Santo Padre legge queste frasi con tono profondo, mentre Cristiano registra.
Dopo tanti sacrifici, il 40enne grossetano è stato quindi doppiamente premiato, sia incontrando di persona il Capo della Chiesa universale, sia “catturando” la sua voce per ridare speranza a persone che vivono ogni giorno nel terrore di non vedere quello successivo.