Siamo spesso portati a pensare che le grandi quinte scenografiche come la scalinata di Trinità dei monti o la Barcaccia di piazza di Spagna situate nel cuore della Roma più turistica e commerciale siano i soli elementi degni di attenzione per poter essere raccontati e ricordati. Alzi la mano chi è stato a Roma a fini turistici e di svago e ha voluto privilegiare qualche piccolo o dimenticato sito archeologico a scapito di una passeggiata lungo via dei Condotti fino alla Piazza di Spagna. Spesso si rimane stregati dalla suggestione che il luogo trasmette e raramente ci si distrae guardandosi un po’ intorno a caccia di un altro elemento che potrebbe attirare la perfezione: semplicemente perché la perfezione è davanti a noi! La cosa però non è propriamente vera. Distogliendo la propria attenzione dalla meravigliosa scalinata e voltandosi verso destra si noterà una piazzetta che prende il nome dal palazzo Mignanelli che quivi sorge, costruito alla fine del cinquecento dall’architetto Moschetti.
Parecchi secoli prima in quest’area sorgevano i famosi Horti Luculliani costruiti nel 63 a.C. da Lucio Licinio Lucullo, uno dei più maestosi e suggestivi complessi residenziali che la città abbia mai posseduto. Oggi rimane ben poco di quel trionfo di arte e architettura, simbolo di una ‘Roma sparita’ che possiamo rivivere solo attraverso frammenti sparsi nelle cantine dei palazzi della zona o in qualche museo romano.
Possiamo però vivere altri frammenti di una romanità altrettanto interessante di cui spesso, come in questo caso, osserviamo un contesto decisamente più inalterato. Di fronte al Palazzo Mignanelli, al centro della piazza, venne collocato un monumento voluto e finanziato da Re Ferdinando II ed inaugurato l’8 dicembre del 1857. La storia del monumento è legata a doppio filo con quanto accadde esattamente un anno prima a Napoli. Il giorno dell’Immacolata Concezione infatti Re Ferdinando aveva assistito alla Santa Messa con la sua famiglia e la sua corte e con l’occasione, passò in rassegna le sue truppe di Campo di Marte. Durante la cerimonia Ferdinando subì un attentato e venne ferito con un colpo di baionetta da parte di un soldato che lo accusava di essere un tiranno. Ferdinando se la cavò con una ferita ma il soldato fu messo a morte e impiccato nella Piazza del Mercato il 13 dicembre, pochi giorni dopo l’attentato. In memoria di quanto accaduto, il re fece erigere una chiesa in onore della Concezione e una cappella nel punto esatto della piazza dove venne ferito.
Non è quindi un caso che Ferdinando, dopo quanto accaduto, decise di rivolgere i suoi ringraziamenti alla Concezione costruendo un monumento in suo onore anche a Roma, seguendo il dogma stabilito dalla Chiesa Cattolica nel 1854 sotto il pontificato di papa Pio IX. Venne scelta piazza Mignanelli perché nei pressi era situata l’ambasciata spagnola, nazione che si era maggiormente prodigata per la definizione del dogma, che indica nella madre di Gesù l’unica creatura vivente concepita senza il peccato origniale.
Il monumento venne progettato dall’architetto Luigi Poletti e ancora oggi possiamo ammirarla in tutto il suo splendore. E’ formato da un basamento in marmo, sulla cui superficie si erge una colonna di marmo cipollino venato alta m. 11,81 che venne rinvenuta (guarda caso) nel monastero di Santa Maria della Concezione in Campo Marzio nel 1777, pertinente ad una ignota struttura romana situata probabilmente nelle fondazioni della struttura conventuale. L’esigua altezza della colonna costrinse il Poletti a porla al di sopra del basamento, a cingerla di un a fascia bronzea finemente cesellata e un capitello, al di sopra della quale la balaustra in bronzo che accoglie la stata della Madonna.
La statua in bronzo della Madonna è opera dello scultore Giuseppe Obici, mentre altre quattro statue, anch’esse di bronzo, sono poste ai lati del basamento riproducesti le immagini di David, Isaia, Ezechiele e Mosè. Il Mosè venne realizzato dallo scultore Ignazio Jacometti allievo di Thorvaldsen e fu oggetto di una delle pasquinate romane che colorano di vita le tradizioni popolari romane, soprattutto per il fatto che il suo aspetto è piuttosto curioso, con la bocca piuttosto piccola tanto da suscitare l’interesse del famoso Pasquino. Il monumento venne completato con l’aggiunta dei riquadri che illustrano l’Annunciazione, il Sogno di san Giuseppe, l’Incoronazione della Vergine e la Proclamazione del dogma.
La sua inaugurazione avvenne l’8 dicembre del 1857 grazie al lavoro di duecentoventi vigili del fuoco, i quali, ogni anno dal 1923 offrono fiori alla Madonna in occasione della festività e dal 1953 è lo stesso pontefice a presenziare la cerimonia, un evento ormai diventato tappa fondamentale per le celebrazioni religiose romane.
* Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo.