Un equivoco ricorrente rischia di separare “il mondo dei Santi“ dalla nostra realtà quotidiana. Si ammirano, talora, certi personaggi e le loro “imprese”, ma in fondo si relegano spesso le figure degli “eroi della Fede” nell’ambito della fantasy, del “singolare” o del leggendario. La vita è tutta un’altra cosa: è impegno febbrile, è lotta per la sopravvivenza, conflitto e concorrenza spietata. Un sano realismo ci riporta, insomma, con i piedi per terra e con la consapevolezza che il Vangelo propone certamente tante belle cose, ma che il destino di noi, comuni e semplici mortali, viaggia in ben altre direzioni.
L’Immacolata capovolge, ancora una volta, questa visione approssimativa e disincantata della vita, rivelandoci, almeno un poco, il tesoro di Grazia custodito e condiviso nella Chiesa e offerto – pur con i limiti propri della nostra natura umana – come cammino accessibile e percorribile da tutti. Ogni atto di amore, ispirato dal Cielo e vivificato dalla Carità di Cristo, produce il Bene, favorisce nuove relazioni umane, più profonde e più autentiche. In questo senso la santità di Maria Santissima è la santità stessa della Chiesa, nella sua realizzazione più vera e più compiuta. Ogni opera buona, da quelle straordinarie, compiute dai “Santi della Carità” (nel campo dell’assistenza ai malati, della educazione dei piccoli e nella formazione dei giovani, a esempio), a quelle più umili e domestiche, che si intrecciano con le vicende della nostra vita, porta il segno di quel verginale candore che fa di Maria Santissima la “primizia” della Redenzione, operata da Cristo. Figlia del Popolo eletto, Ella costituisce il vero Israele, fedele a Jahvé; colma di Grazia, la macchia del peccato non deturpa né oscura mai lo splendore del suo Cuore. La Madre del Signore pone a servizio della Chiesa nascente -e di tutte le successive generazioni- la sua Persona, i suoi privilegi, tutta la sua vita. La tragedia del peccato intravede in Lei una insperata via di salvezza, che restituisce all’uomo la fondata speranza di ritrovare la piena comunione con Dio.
La santità edifica, costruisce, inventa nuovi percorsi per manifestare il nostro amore al prossimo; fonda la capacità di perdonare, illumina i travagli che attraversiamo quotidianamente e le complesse e vicende oscure della Storia. La Chiesa vive di questa Grazia: guarda alla Immacolata non per contemplare una immagine asettica e lontana da sé, ma per imparare a trasformare finalmente la realtà secondo il Cuore di Dio; a Lei si rivolge per ottenere la luce e la forza di camminare sempre nelle vie del Signore.
Il beato Giovanni Paolo II, riprendendo il Vaticano II e tutta la precedente Tradizione della Chiesa, ci ha lasciato quella felice espressione, ormai entrata nel “vocabolario” dei credenti: la santità come “misura alta” della vita cristiana, quale compito affidato a ogni credente. La santità è il tesoro che abbiamo il dovere di custodire, di alimentare e di donare gratuitamente, perché il mondo creda, perché la realtà -il lavoro, la vita sociale, la politica, la scuola, il tempo libero, l’informazione- ricevano nuova luce e nuova intensità spirituale. Alla logica “minimale” e al facile compromesso, tanto diffusi oggi, per convenienza e per evitare inutili discussioni o fastidi, deve sempre più subentrare il riferimento a quella “misura alta” della nostra vita, di cui parlava Papa Wojtyla. Ci siamo arresi troppo in fretta al dilagare del male, alla devastazione delle coscienze, all’imperversare di ideologie desolanti e contrarie al buon senso e alla Verità: dal materialismo marxista al consumismo sfrenato; dalla “libertà sessuale” alla teoria dei gender; dalle “coppie di fatto” alle “famiglie allargate”; dalle convivenze (che ormai hanno cancellato la fecondità e la grazia del fidanzamento cristiano) a modelli di vita privi di slancio e di qualunque ideale. Occorre invece donare ai giovani, alle famiglie, a tutte le componenti sociali esempi davvero “alternativi”. Offriamo la Vergine come modello concreto e positivo -altissimo ma accessibile- di pienezza, di gioia condivisa, di creativo impegno per trasformare quell’angolo di mondo che ci è affidato.
L’Immacolata conferma questa missione e intercede per noi continuamente dal Cielo la grazia per attuarla. La “città della Immacolata”, felice frutto della vita e della devozione di San Massimiliano Kolbe – il “folle” della Immacolata – è in realtà il nostro cuore, dove converge il “caos” di tutti i giorni, ma dove la Grazia chiede di trovare comunque e sempre la sua dimora in terra. Come nel Cuore purissimo di Maria.
Padre Mario Piatti icms è direttore della rivista “Maria di Fatima”