La mia porta è sempre aperta: queste semplici parole hanno dato il titolo e il tema all’ultimo libro, edito da Rizzoli, del gesuita padre Antonio Spadaro sulla sua storica intervista con papa Francesco. Padre Spadaro ha presentato il libro assieme al cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Hunduras), e membro del Consiglio dei Cardinali che assiste il Santo Padre nel governo della Chiesa.
All’incontro sono intervenuti anche il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, il sociologo Giuseppe De Rita. Tra gli uditori: gli altri membri del del Consiglio dei Cardinali, il Segretario di Stato Vaticano, monsignor Pietro Parolin, e il Prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gainswein.
L’intervista di padre Spadaro ha avuto luogo in tre giorni – 19, 23 e 29 agosto – un mese dopo la visita del Santo Padre in Brasile, per la Giornata Mondiale della Gioventù, nello stesso periodo in cui il Pontefice iniziava a scrivere l’Esortazione Apostolica post-sinodale Evangelii Gaudium, pubblicata alla fine di novembre.
La giornalista argentina Elisabetta Piqué, che ha moderato la presentazione, ha descritto l’intervista come un “antipasto” dell’Esortazione Apostolica di papa Francesco. Padre Spadaro le ha fatto eco, esprimendo il proprio stupore per la citazione nella Evangelii Gaudium di molti concetti menzionati nell’intervista.
De Bortoli ha definito le parole del Papa nell’ultimo libro come un “ritorno alla semplicità del Vangelo”. “Sono rimasto colpito da quella che il Papa ha chiamato ‘la prima riforma’: l’attitudine che ognuno di noi ha per l’altro”, ha detto il direttore del Corriere della Sera, aggiungendo che i pensieri del Santo Padre sono una “grande lezione di educazione civica”.
Da parte sua il cardinale Maradiaga ha affermato che il titolo, che ricorda il celebre motto “Non abbiate paura” del beato Giovanni Paolo II, definisce il pontificato di Francesco. “Non c’è dubbio che il tema della ‘porta aperta’ è centrale nella predicazione di papa Francesco”, ha detto il porporato.
L’introduzione al libro, ha proseguito Maradiaga, stuzzica l’appetito per la conoscenza del pensiero del Santo Padre. Il cardinale si è detto d’accordo con la descrizione di padre Spadaro del faccia a faccia con il Papa come una “autentica esperienza spirituale”. “Quando sei con lui, arrivi a conoscere Cristo personalmente”, ha detto, aggiungendo che il Santo Padre ha “una personalità aperta, propensa all’ascolto di opinioni opposte”.
Il cardinale Maradiaga ha osservato che papa Francesco, come gesuita, esprime una particolare enfasi sul ruolo missionario della Chiesa nel raggiungimento di quanti ne sono lontani. La devozione del Santo Padre a San Giuseppe come paterno guardiano è una sottolineatura della dimensione che il Papa vorrebbe dare alla Chiesa.
Il porporato honduregno, che è anche presidente di Caritas Internationalis, ha detto che l’intervista mostra la vicinanza di papa Francesco ai cristiani che vivono situazioni irregolari. La Chiesa, ha sottolineato, deve “vivere con gli occhi aperti, attenta a ciò che la circonda.
“La Chiesa è prima di tutto una madre che ha cura della gente”, ha detto il cardinale. “L’annuncio del Vangelo esige l’apertura delle porte per permettere alla gente di entrare e di permettere al Vangelo di uscire per il mondo”. Il cardinale Maradiaga ha concluso il suo intervento ringraziando padre Spadaro per “questo tesoro che ha messo nelle nostre mani”.
“È difficile leggerla soltanto come un’intervista – ha detto Spadaro -. È stata più di un’intervista. È stata un’esperienza umana e spirituale”. L’esperienza umana, ha spiegato, è stata quando ha capito di aver “parlato liberamente con un uomo risoluto”. Riguardo all’esperienza spirituale, il gesuita ha detto che il Santo Padre è qualcuno “immerso in Dio”.
Spiegando le ragioni che lo hanno portato a scrivere questo libro, padre Spadaro ha detto che pubblicarlo sotto forma di un semplice botta-e-risposta non gli avrebbe reso giustizia. Spadaro ha citato un aneddoto, descritto nel libro, nel quale lui e papa Francesco stavano revisionando l’intervista, leggendo ad alta voce le parole.
“A un certo punto, ha capito che avevo la gola secca. Ha domandato: ‘hai sete? Ho del succo d’albicocca e una limonata’. Sebbene non mi sia mai piaciuto il succo d’albicocca, ho scelto quello. Pensavo volesse chiamare qualcuno. Invece si è alzato, ha preso una bottiglia di succo d’albicocca e mi ha servito”. “Da allora – ha detto ridendo Spadaro – io bevo il succo d’albicocca”. Concludendo la presentazione, padre Spadaro ha detto ai presenti che l’obiettivo del libro è uno solo: regalare a tutti un assaggio del “nostro umile Papa”.