Con la voce profonda che lo contraddistingue, il cardinale Sean O’Malley ha scosso la routine di un ordinario giovedì vaticano con una notizia bomba: Papa Francesco costituirà una Commissione per la protezione dei minori e la prevenzione dei casi di abusi sessuali. In un briefing in Sala Stampa vaticana, il cappuccino arcivescovo di Boston, membro del C-8, ha dichiarato che il Pontefice “continuando con decisione sulla linea intrapresa da Benedetto XVI, e accogliendo una proposta del Consiglio di Cardinali, ha deciso di costituire una specifica Commissione per la protezione dei fanciulli, con la finalità di consigliarlo circa l’impegno della Santa Sede nella protezione dei bambini e nell’attenzione pastorale per le vittime degli abusi”.
Ancora non si hanno informazioni dettagliate sulla identità e sul numero dei membri che comporranno la Commissione. Composizione e competenze – ha detto O’Malley – “verranno indicate prossimamente con maggiore dettaglio dal Santo Padre, con documento appropriato”. Sarà comunque una Commissione internazionale, di cui faranno parte diversi esperti.
Quello che già si conosce, invece, è il duro lavoro che il team dovrà affrontare e la grande responsabilità che ricoprirà nel sanare una delle più gravi ferite della Chiesa del nostro tempo. Innanzitutto, la Commissione dovrà riferire al Papa circa lo stato attuale dei programmi per la protezione dell’infanzia, poi formulare suggerimenti per nuove iniziative da parte della Curia, in collaborazione con vescovi, conferenze episcopali, superiori religiosi e conferenze di superiori religiosi.
Sarà inoltre chiamata a proporre, di volta in volta, nomi di persone adatte per l’attuazione di questa nuova iniziativa. Sono inclusi quindi laici, religiosi, religiose, sacerdoti, l’importante è che siano competenti su temi come: la sicurezza dei fanciulli, i rapporti con le vittime, la salute mentale, l’applicazione delle leggi e via dicendo.
Fra le possibili responsabilità della Commissione – ha indicato poi il cardinale – ci saranno “le linee guida per la protezione dei bambini”, quindi “sviluppo e estensione di norme, procedure e strategie per la protezione dei bambini e la prevenzione di abusi sui minori”. Sua prerogativa anche l’attuazione di programmi di formazione per bambini, genitori e tutti coloro che lavorano con minori, di catechisti”. Come pure “la formazione di seminaristi e quella permanente dei sacerdoti”.
A ciò si aggiungono: protocolli per la sicurezza dell’ambiente, codici di condotta professionale, attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening e controllo della fedina penale, stato dell’azione delle richieste di valutazione psichiatrica. Insomma, massimo controllo e rigidità. L’argomento, d’altronde, è troppo scottante e delicato per sottovalutare o tralasciare qualsiasi aspetto.
Compito della Commissione, ha proseguito poi l’arcivescovo di Boston, sarà anche promuovere la cooperazione con le autorità civili, la segnalazione dei reati, l’attenzione alle leggi civili e interessarsi delle comunicazioni riguardanti il clero dichiarato colpevole. Ai giornalisti che domandavano se l’istituzione di questo organismo sopperisse o comunque si aggiungesse al lavoro svolto in questi anni dalla Santa Sede – in primis dalla Congregazione per la Dottrina della Fede – contro pedofilia e abusi sessuali, il cardinale ha risposto: “Non conosco tutte le attività svolte dalla Santa Sede in questi anni, ma credo che finora l’enfasi sia stata data più ai processi giuridici che alla parte pastorale”.
Tra le priorità dell’agenda della Commissione c’è infatti il fornire una “pastorale in supporto delle vittime e dei familiari”, che includa assistenza spirituale e servizi di salute mentale. Magari collaborando con esperti nella ricerca e nello sviluppo della prevenzione degli abusi sui minori, in ambito psicologico, sociologico e giudiziario.
La proposta del Consiglio dei cardinali, accolta prontamente da Papa Francesco, è poi che il team collabori con vescovi e superiori religiosi, in modo da facilitare l’ottimizzazione della procedura, l’attuazione di leggi e linee guida, il rapporto con i fedeli e con i mezzi di comunicazione. Pertanto sono previsti anche incontri con le vittime e la supervisione e il recupero dei chierici colpevoli di abusi.
“I cardinali sono entusiasti” ha affermato O’Malley. Tra le critiche sollevate dai giornalisti forse un’eccessiva burocratizzazione della questione: quanto potranno dei corsi di formazione aiutare a prevenire un problema che, in fin dei conti, è una malattia psicologica? Il cappuccino ha tagliato corto: “La nostra esperienza negli Stati Uniti ci ha detto il contrario”.
Al termine del briefing, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha ricordato che si conclude oggi la seconda tornata delle riunioni del C-8. I lavori proseguiranno nel pomeriggio sempre esaminando, una dopo l’altra, le diverse Congregazioni della Curia Romana. Il prossimo incontro del Consiglio degli otto, ha riferito inoltre Lombardi, sarà sempre di tre giorni: 17, 18 e 19 febbraio. La scelta delle date è dettata dalla volontà di non lasciare “tempi morti” con il periodo successivo ricco di avvenimenti. Le riunioni dei cardinali precederanno infatti il Concistoro del Collegio cardinalizio previsto il 20 e 21 dello stesso mese, il Concistoro per la creazione di nuovi cardinali del 22 e la grande concelebrazione in Vaticano con i nuovi cardinali del 23. Infine, nei giorni 24 e 25 febbraio fissato anche il Consiglio del Sinodo.