Così recita la dichiarazione di sostegno all’iniziativa dei cittadini europei “Uno di Noi” (www.firmaunodinoi.it), presentata ieri dagli onorevoli Gian Luigi Gigli, Carlo Casini, Raffaele Calabrò, Edoardo Patriarca e Lucio Romano, nell’aula Aldo Moro del palazzo Montecitorio a Roma.
L’incontro è stato moderato dal giornalista del Tg1, Angelo Polimeno.
La dichiarazione che sta già raccogliendo diverse adesioni si conclude affermando che “pur nella differenza di opinioni […] il fine di protezione della vita umana, è indispensabile per politiche di solidarietà e di promozione umana coerente in ogni campo”.
I deputati e senatori presenti all’incontro si sono riuniti con l’intenzione di riflettere sulle ricadute politiche dell’iniziativa dei cittadini europei che con grande successo ha raccolto due milioni di adesioni nei 28 Paesi dell’Unione, per chiedere alle Istituzioni comunitarie di riconoscere i diritti umani dei bambini concepiti e non ancora nati.
L’onorevole Edoardo Patriarca, ha espresso preoccupazioni per una modernità in cui “c’è un mercato dei corpi delle persone” ed in particolare “un tentativo di usare i corpi dei piccoli, delle donne e degli anziani”
“Se non metti al centro la preziosità del corpo di un piccolo, di una donna o di un anziano che sia – ha sottolineato – puoi fare mercato di uteri, di corpi, di feti…”.
Secondo Patriarca su queste vicende si è aperta una stagione diversa, e i risultati ottenuti con l’iniziativa “Uno di Noi” mostra che si possa pensare ad una discussione su un nuovo umanesimo.
Il senatore Lucio Romano ha spiegato che “la nostra vita non nasce nel parto ma nel concepimento”.
Si tratta di un “miracolo di ordine biologico”, un percorso che illustra “la bellezza e il fascino della vita”.
Parlando di società civile, il senatore ha precisato che “la democrazia non è solo rispetto dei diritti fondamentali”, ma “si riconosce nei diritti fondamentali“ e “senza diritto alla vita tutti gli altri diritti non hanno consistenza”.
Romano ha espresso il suo impegno esplicito a farsi carico subito dopo Natale a iniziare, nelle commissioni parlamentari competenti, una serie di audizioni sul diritto della vita.
Il deputato Raffaele Calabrò, si è complimentato con i promotori di Uno di Noi, sottolineando il grande successo della sezione italiana che ha superato la soglia delle 631.000 firme.
Ha rilevato come l’adesione all’iniziativa è avvenuta anche in paesi non a maggioranza cattolica, ed ha espresso interesse per l’adesione di altre chiese cristiane e non.
“Bisogna difendere la vita umana dal concepimento alla morte naturale”, ha ribadito l’onorevole, perché “la difesa della vita e della famiglia sono valori che non hanno una collocazione limitata ma fanno parte della dignità umana”.
“Quello che non si è voluto mettere nella Costituzione Europea – ha continuato – sta emergendo tra i cittadini dei vari Paesi come necessità delle persone”.
Calabrò ha criticato l’approccio esageratamente economicista in cui si sta dirigendo la politica.
“Sembra che conti solo il bilancio – ha esclamato – ma la società ha altre esigenze”.
Secondo l’onorevole, “il successo di Uno di noi rimette al centro le questioni che riguardano la persona e i temi della biopolitica, e chissà che non si arrivi a ridiscutere le leggi che hanno permesso milioni di interruzioni volontarie di gravidanza”.
L’onorevole Gian Luigi Gigli, ha sottolineato che con l’avanzare dell’aborto chimico, la lotta per il diritto alla vita dei concepiti che si era concentrata sulle questioni legislative, si sposta adesso sul versante culturale.
In questo contesto il successo dell’iniziativa “Uno di Noi”, ha spiegato, assume un valore aggiunto e potrebbe diventare oggetto di discussione dei parlamenti dei paesi facenti parte dell’Unione Europea.
A questo proposito, l’onorevole, ha sostenuto che i fondi che attualmente vanno alle organizzazioni che promuovono l’aborto del mondo e alle ricerche sulle staminali embrionali, potrebbero essere dirottati verso politiche di sostegno alla maternità e alle ricerche di staminali adulte e dal cordone ombelicale.
Bisogna operare un cambiamento nella cultura, ha ribadito Gigli, ed ha raccontato di quanto gli è accaduto tempo fa.
“Andai – ha raccontato – a proporre a Timor orientale l’apertura di un ospedale specializzato in neonatologia”.
“Quel paese stava cercando di riprendersi dopo un periodo di guerra civile in cui erano state uccise 200.000 persone su un milione di abitanti”.
“Avevamo le disponibilità per costruire l’ospedale, ma le Nazioni Unite ci dissero di no perché non offrivamo l’intero pacchetto di servizi, e cioè non eravamo disposti a praticare aborti”.
“Per questo motivo – ha affermato Gigli – sono molto contento che l’iniziativa ‘Uno di Noi’ metta in discussione la destinazione dei fondi per l’aiuto allo sviluppo ed alle politiche di cooperazione sanitaria, nel senso che potremo impedire l’accettazione di pratiche conto la vita, sostituendole per progetti di sostegno alla maternità ed avanzamento sanitario”.
Nell’intervento conclusivo, Carlo Casini, presidente della Commissione Affari Costituzionali al Parlamento Europeo, ha spiegato il ruolo decisivo delle donne nell’accoglienza e nella promozione alla vita, ricordando il coraggio e l’eroismo delle mamme che hanno accettato anche di perdere la vita, pur di far nascere i propri figli.