Telefono per un appuntamento, ma il segretario accenna a possibili problemi di orario. Mi chiede il nome da riferire immediatamente al medico. Con tono sorpreso, rettifica che non solo non esistono problemi, ma che sono atteso a qualunque ora, purché finalmente io arrivi.
Per la notevole stima del medico, anche il segretario diventa premuroso nei miei confronti. La sala è gremita, appena dico il mio nome, il segretario mi inonda di sorrisi e di premure…
“Si sieda e la chiamo per primo”.
Questa attenzione, questa preferenza non meritata, questa gioiosa accoglienza, questo passare davanti a tanti altri che forse aspettavano da ore il proprio turno, mi lascia profondamente a disagio.
Mi sembra non solo di essere motivo di un’imperdonabile ingiustizia del medico nei confronti degli altri “pazienti”, ho pure addosso lo scrupolo di chi pretende, generando malanimo e invidia a non finire.
Appena s’accorge di questo mio stato d’animo, l’amico medico mi rassicura. In ore diverse, con appuntamento perfettamente rispettato, dono a ciascuno la stessa tua certezza di essere il primo, l’unico, il preferito…
Proprio come fa Gesù, il medico delle anime. Lui cura tutti e ciascuno nello stesso istante. Nessuno ruba il tempo e lo spazio ad un altro. Con Lui, in Lui, in ogni momento e per qualsiasi motivo e di fronte a ogni uomo della terra, ti senti – e lo sei – il primo, l’unico, il preferito.
Ciao da p. Andrea
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