Al termine dell’Udienza Generale di oggi, papa Francesco ha lanciato un appello per le religiose rapite in Siria. “Desidero ora invitare tutti a pregare per le monache del Monastero greco-ortodosso di Santa Tecla a Ma’lula, in Siria, che due giorni fa sono state portate via con la forza da uomini armati”, ha detto il Papa.
“Preghiamo per queste monache – ha aggiunto il Santo Padre – per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare e a operare insieme per la pace”.
Intervistato dalla Radio Vaticana, monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, ha precisato che le suore rapite nel suo paese “sono cinque e non dodici”, come in precedenza riferito da alcuni mezzi di informazione.
Le cinque religiose, ha proseguito il presule, “sono state rapite nella notte, due giorni fa, e sono state condotte a Yabroud, una città non lontana”. Il loro monastero, ha aggiunto monsignor Audo, è “molto famoso”, in particolare per l’ospitalità che offre ai bambini orfani.
La ragione del rapimento, ha spiegato Audo, non è in un atto di ritorsione ma una conseguenza degli eventi bellici. “Noi, come cristiani – ha detto – come Chiesa in Siria, non vogliamo dire che sia una guerra contro i cristiani, perché noi vogliamo essere una presenza di riconciliazione e di convivenza. Questa è la nostra vocazione. Non vogliamo provocazioni con i musulmani”. (L.M.)