La Caritas diocesana di Roma ricorderà domani, 5 dicembre 2013, i venticinque anni di fondazione delle Case famiglia per malati di Aids con un incontro di testimonianze presso l’Auditorium Parco della Musica nella Sala Sinopoli. L’incontro, che inizierà alle ore 9.30, vedrà la partecipazione di don Luigi Ciotti, di rappresentanti istituzionali, e si svolgerà con numerose testimonianze di volontari, operatori e residenti delle case. La mattinata verrà introdotta dal direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, e coordinata dalla giornalista Isabella Di Chio. Alla manifestazione parteciperanno oltre mille studenti delle scuole superiori di Roma.
Alle ore 12, a termine dell’incontro, gli studenti si recheranno in visita alle Case famiglia (Parco di Villa Glori, ingresso auto da Via Venezuela, 27) per visitare la mostra fotografica “La casa delle vita” con un itinerario che ripercorre la storia delle strutture Caritas. «Il titolo dell’esposizione – scrivono gli autori della mostra – è volutamente una provocazione. Ancora oggi nell’immaginario collettivo una Casa per malati di Aids è qualcosa che fa pensare alla morte, una morte anche penosa. Con questa mostra vogliamo dare un nuovo messaggio: in queste case vivono Persone con una gran voglia di vivere e con una ricchezza interiore ancora inespressa».
La giornata terminerà alle ore 17 con la celebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Enrico Feroci, nella cappella delle Case famiglia. Il 5 dicembre 1988 veniva aperta a Roma, da don Luigi Di Liegro, la prima casa di accoglienza italiana per i molti giovani affetti dalla malattia considerata uno stigma sociale. Era un luogo di accoglienza per accompagnarli nei loro ultimi giorni. Grazie all’efficacia sempre migliore delle cure e all’opera di sensibilizzazione, l’Aids è attualmente una malattia debilitante ma che consente ai malati progetti di vita quasi “normali”. Ancora molta strada è da fare per il loro inserimento sociale, per la sensibilizzazione e la prevenzione del contagio, per rendere accessibili le cure a tutti, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
«L’Aids è una malattia che fin dal suo nascere ha segnato profondamente la nostra società, una malattia che è sempre stata associata all’emarginazione sia per la sua diffusione tra le fasce degli esclusi che per il retaggio culturale che ha colpito quanti contraevano il virus. L’intuizione profetica di don Luigi Di Liegro è stata quella di accogliere questi fratelli per combattere l’ignoranza e il pregiudizio» ha detto il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, ricordando l’anniversario. «In questa occasione, – ricorda monsignor Feroci – che segue di pochi giorni la Giornata mondiale di lotta all’Aids, vogliamo ricordare che accanto alla ricerca scientifica ed alle campagne di sensibilizzazione occorre sviluppare iniziative che realizzino la completa socializzazione dei malati ed il loro inserimento lavorativo».