Lettura
Nei Vangeli, Gesù compie miracoli e prodigi sempre con una finalità precisa: sono segni del suo dominio sulla creazione e della misericordia di Dio per gli uomini. I capitoli 8-10 del vangelo di Matteo presentano i miracoli come la risposta di Dio alla miseria del mondo. Il Signore viene a guarire e a salvare i deboli, gli ammalati, i peccatori e i poveri di ogni genere; sono essi i primi destinatari del Regno di Dio e tra questi ci sono anche i lontani e gli stranieri. Ogni miracolo è un segno dell’amore misericordioso di Dio e ci fa comprendere la natura e il significato del Regno che viene.
Meditazione
L’episodio del centurione ci mostra l’urgenza della fede e il suo significato autentico. Quest’uomo è uno straniero, un pagano, una persona lontana dalle tradizioni di Israele, eppure, per Gesù, ciò che conta non è da dove egli venga, ma la direzione che egli vuole prendere. L’atto di fede semplice e immediato del centurione, unito alla coscienza di essere un povero peccatore, tocca il cuore di Gesù. La grandezza della sua fede è tutta in questo abbandono totale alla potenza del Signore. Non importa ciò che questo pagano pensa o il modo in cui si è comportato fino ad ora; ciò che muove il gesto miracoloso di Gesù è la generosità dell’uomo e la sua fede assoluta e incrollabile nell’intervento salvifico di Dio. Spesso la nostra fede è calcolata, pretende delle assicurazioni e delle garanzie, manca di un autentico abbandono in Cristo; spesso è complicata dalle nostre esigenze e richieste. A volte crediamo che Dio debba farci la grazia che chiediamo quasi come un dovere che contraccambi la nostra fede. Il centurione sa di non meritare niente ma si aspetta tutto dalla misericordia di Gesù, confida totalmente nella sua autorità e nella sua grazia. La sua umiltà tocca il cuore del Signore perché lo pone in sintonia con il Vangelo di salvezza, con lo stile di Dio che sceglie la via dell’umiltà e della semplicità per compiere i suoi grandi prodigi. Inoltre, la condizione di straniero e pagano offre a Gesù l’occasione per sottolineare come il Regno di Dio sia per tutti: le sue porte sono spalancate affinché possa entrare chiunque voglia sedere «a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe», cioè chiunque voglia partecipare alla promessa di Abramo, la cui eredità è legata non più alla generazione fisica, ma alla fede.
Preghiera
O Signore di infinita misericordia, donami una fede semplice e profonda, così che io possa abbandonarmi con tutto il cuore nelle tue mani e possa così sperimentare la tua bontà infinita che accoglie generosamente chiunque crede e spera in te, nostro unico e autentico Salvatore.
Agire
Eviterò accuratamente il giudizio su chi è lontano e diverso da me, su chi non la pensa come me e non appartiene al mio mondo, e saprò accogliere tutti con amore.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturali, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it