Essenziale, spontaneo, incisivo. Il Francesco che si è presentato ieri pomeriggio alla parrocchia romana di San Cirillo Alessandrino è stato come i parrocchiani se lo aspettavano: un Pastore che va incontro al suo gregge. Nessuna scena plateale quindi, né discorsi arzigogolati, ma poche parole pronunciate a braccio e un messaggio profondo ribadito tante e tante volte: il senso della vita è l’incontro con Gesù Cristo.
Il resto passa in secondo piano allora. Anche le misure di sicurezza per garantire l’incolumità del Capo della Chiesa universale, un po’ eccessive agli occhi del Pontefice che, infatti, a fine celebrazione, ha detto ai fedeli: “Se qualcosa vi ha disturbato di questa visita, forse un eccesso di sicurezza, sappiate che io non sono d’accordo con quello, io sono d’accordo con voi”.
Arrivato nel pomeriggio, Papa Francesco è stato accolto nella parrocchia di Tor Sapienza dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal giovane parroco don Marco Ridolfo. Ha poi salutato gli ammalati, i bambini della Prima Comunione e quelli battezzati nel corso dell’anno con i loro genitori. Prima di celebrare la Messa della I domenica di Avvento – durante la quale ha cresimato nove ragazzi – ha anche confessato alcuni parrocchiani.
Nell’omelia, Bergoglio ha poi commentato a braccio le letture della celebrazione e si è rivolto in particolare ai giovani cresimandi, inscenando il simpatico botta e risposta già visto con i bambini di Santi Elisabetta e Zaccaria, la prima parrocchia romana di periferia visitata a maggio. Il Papa è partito dalla lettura di Isaia, in cui il profeta parla di un cammino che porta al “monte del tempio del Signore saldo sulla cima dei monti”. Questo brano – ha spiegato – “ci dice che la nostra vita è un cammino” che dobbiamo compiere “per arrivare all’incontro con Gesù”. “Più importante è l’incontro con Gesù – ha aggiunto – piuttosto che il fatto che io possa cadere: noi camminiamo per incontrare Gesù”.
Sorge spontanea la domanda: quando si incontra il Figlio di Dio, “solo alla fine?”. “No, no – ha rassicurato Francesco – lo incontriamo tutti i giorni, nella preghiera, nella comunione, quando porti tuo figlio a battezzare, trovi Gesù e voi che oggi ricevete la cresima, incontrerete Gesù”.
Ai nove giovani in attesa del Sacramento della Confermazione, ha quindi domandato: “Dopo la Cresima cosa succede? Qualcuno chiama la Cresima il sacramento dell’addio, non si va mai in chiesa, è vero o no?”. Dopo la Cresima, invece – ha sottolineato il Pontefice – “tutta la vita è un incontro con Gesù quando facciamo opere buone, con i malati, un povero, quando siamo amabili, in queste cose incontriamo sempre Gesù, il cammino della vita è questo e anche per me anche oggi è una gioia incontrarvi perché tutti insieme facciamo un pezzo del cammino insieme con Gesù”.
“Un cammino dove non incontriamo Gesù non è un cammino cristiano” ha soggiunto Bergoglio, bisogna pertanto “incontrarlo, vederlo, lasciarsi guardare, perché Gesù ci guarda sempre”. È vero questo non è un itinerario facile, ci sono i peccati a frenarci e sconfortarci. Ma l’incoraggiamento del Papa non lascia margine a dubbi: “Tu sai che le persone che Gesù cercava maggiormente di trovare erano i più peccatori? E lo rimproveravano per questo, e la gente – le persone che si credevano giuste – dicevano: ma questo, questo non è un vero profeta, guarda che bella compagnia che ha! Era con i peccatori e Lui diceva: Io sono venuto per quelli che hanno bisogno di salute, bisogno di guarigione, e Gesù guarisce i nostri peccati”.
Sotto “lo sguardo bello di Gesù”, dunque, “possiamo riprendere il cammino”, ha rimarcato il Santo Padre. Perché la vita cristiana è questa: camminare, cadere e rialzarsi. Ma soprattutto, ha raccomandato Francesco, “andare avanti come fratelli, volendosi bene gli uni gli altri”.E rivolgendosi ancora ai cresimandi ha affermato: “Voi, oggi, con il sigillo dello Spirito Santo, avrete più forza per questo cammino, per incontrare Gesù. Siate coraggiosi, non abbiate paura! La vita è questo cammino. E il regalo più bello è incontrare Gesù. Avanti, coraggio!”.
Prima della conclusione, infine, un saluto colmo d’affetto: “Vi ringrazio di cuore per questo pezzo del cammino che abbiamo fatto insieme. Vi ringrazio per la vostra accoglienza, per la vostra bontà, per la vostra allegria, e vi chiedo di pregare per me, perché ho bisogno!”.