L’attività pastorale dei vescovi in Olanda è una delle meno facili di tutta Europa, tuttavia nelle loro diocesi si scorgono “segni di vitalità” che invitano a lasciare aperta la porta della speranza.
Ricevendo stamattina in udienza i presuli olandesi, papa Francesco ha sottolineato i “segni della presenza attiva del Signore” nel loro paese e ha esortato tutta la comunità cattolica dei Paesi Bassi ad accompagnare “fraternamente” le persone che “soffrono del vuoto spirituale e che sono alla ricerca di senso per la loro vita, anche se non sempre lo sanno esprimere”.
L’antropologia cristiana e la dottrina sociale cattolica, ha aggiunto il Papa, “fanno parte del patrimonio di esperienza e di umanità su cui si fonda la civiltà europea” e “possono aiutare a riaffermare concretamente il primato dell’uomo sulla tecnica e sulle strutture”. Tuttavia questo primato dell’uomo “presuppone l’apertura alla trascendenza”.
Se si sopprime la dimensione trascendente, “una cultura si impoverisce, mentre essa dovrebbe mostrare la possibilità di collegare in costante armonia fede e ragione, verità e libertà”.
La Chiesa, quindi, non propone soltanto “verità morali immutabili” e degli “atteggiamenti contro-corrente rispetto al mondo” ma li propone come “la chiave del bene umano e dello sviluppo sociale”.
È proprio nel sociale che i cristiani possono sviluppare il loro spirito critico, pur mantenendo un “approccio positivo” in grado di evitare “la superficialità dei giudizi e la rassegnazione all’indifferenza”.
Ciò richiede che “cattolici, sacerdoti, persone consacrate, laici acquisiscano una formazione solida e di qualità” e, a tal fine, papa Francesco ha incoraggiato i vescovi olandesi a unire i loro sforzi “per rispondere a questo bisogno e permettere un migliore annuncio del Vangelo”, rafforzato dalla “testimonianza” e dall’“impegno”.
Nella società olandese, “fortemente segnata dalla secolarizzazione”, il Papa ha quindi incoraggiato i vescovi a “essere presenti nel dibattito pubblico, in tutti gli ambiti nei quali è in causa l’uomo, per rendere visibile la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura”.
Chi incontra un cristiano, infatti, dovrebbe percepire “qualcosa della bontà di Dio, della gioia di aver incontrato il Cristo”: ciò spiega il perché “la Chiesa si espande non per proselitismo, ma per attrazione”.
La chiesa olandese deve poi incoraggiare i propri fedeli a “cogliere le occasioni di dialogo, rendendosi presenti nei luoghi in cui si decide il futuro” e a portare il proprio contributo “nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita”, senza trascurare mai l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Il Pontefice ha poi sottolineato come, anche in un paese ricco come l’Olanda, “la povertà tocca un numero crescente di persone”. È quindi opportuno, a tal fine, valorizzare “la generosità dei fedeli per portare la luce e la compassione di Cristo nei luoghi dove l’aspettano e in particolare alle persone più emarginate”, con il contributo anche della “scuola cattolica”, della “catechesi”, di una “formazione solida” e di uno “spirito di apertura”.
Per quanto riguarda la vita religiosa in Olanda, ha proseguito il Santo Padre, “è urgente suscitare una pastorale vocazionale vigorosa e attraente, e anche la ricerca comune di come accompagnare la maturazione umana e spirituale dei seminaristi”.
Una preghiera particolare il Papa l’ha infine rivolta ai sacerdoti che sono “purtroppo venuti meno ai loro impegni” e a “ciascuna delle persone vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie”, chiedendo di “continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di guarigione, intrapreso con coraggio”.