Dalla Russia con amore

In Russia viene limitato l’aborto e ogni campagna a suo favore proibita

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Vladimir Putin, il Presidente della Russia, ha firmato una legge che proibisce di fare pubblicità per l’aborto. La notizia è stata ripresa anche negli Stati Uniti.

Gli attivisti pro aborto hanno dichiarato che questo passo ostacola i diritti riproduttivi delle donne.

Questa legge è il frutto di un cammino iniziato nel 2011 dal parlamento Russo, Duma.

I numeri enormi di aborti in Russia ed il gravissimo crollo delle nascite ha spinto la Russia a cercare di modificare la legge sull’aborto.

La Russia Sovietica fu la prima al mondo ad aver introdotto nel 1920 il libero aborto. A causa del crollo demografico che causò, lo stesso Lenin sospese la legge per “ragioni di stato”.

Il calo demografico russo sembra sia ricominciato a metà degli anni Sessanta, quando è stato re-introdotto l’aborto. Le cifre del Ministero della Salute certificano che con più di un milione di aborti l’anno il Paese è ai vertici mondiali per numero di interruzioni volontarie di gravidanza.

Le statistiche per altro non considerano i casi d’interruzione di gravidanza nelle cliniche private., che , secondo alcune statistiche, arriverebbero a circa sei milioni.

In ogni caso l’aborto resta in Russia il metodo più usato per il controllo delle nascite.

Nel 2005 si sono verificati 104,6 aborti ogni cento nascite.

Sembra che la mobilitazione a favore della vita della Chiesa Ortodossa russa sia riuscita a  dimezzare il numero di aborto nel 2012 (58.7%).

Il problema della bassa natalità rimane. L’attuale percentuale di nascite oscilla attorno a 1.4 bambini per donna,  ed è lontano dal 2.1 necessario per mantenere i numeri della popolazione attuale.

Inoltre l’aspettativa di vita dell’uomo medio è scesa in Russia a 58 anni, per l’alto tasso di alcolismo e per la condotta di vita dei russi.

Putin ha fatto della soluzione del problema demografico che affligge la Russia uno dei suoi principali obiettivi.

Il Governo ha sovvenzionato campagne pubblicitarie pro famiglie con più figli. Inoltre ha dato incentivi economici alle coppie per incoraggiare la natalità.

La legge che proibisce la pubblicità per l’aborto “non è l’inizio di una restrizione dei diritti riproduttivi delle donne, ma piuttosto la continuazione di un processo iniziato nel 2011”, ha detto Olgerta Kharitonova, una attivista dei diritti delle donne. 

Pochi giorni fa infatti il Parlamento russo ha approvato una legge che limita le interruzioni di gravidanza entro le 12 settimane di gestazione, che diventano 22 per le donne che dimostrano di non poter mantenere il figlio in arrivo.

Inoltre la nuova legge ha introdotto il termine di 1 settimana tra la richiesta d’interruzione di maternità e l’intervento (come avviene in Italia) per permettere alla donna di riflettere meglio sulla sua decisione.

Un periodo di tempo che, secondo gli esperti, ridurrebbe la possibilità di esercitare l’aborto attraverso metodi pericolosi, diminuendo così il rischio di complicazioni.

La donna potrà anche avvalersi di una serie di sedute psicanalitiche prima dell’interruzione di gravidanza così da “rendersi conto che stanno privando intenzionalmente il bambino della possibilità di vivere”.

Una recente proposta sottoposta al legislatore vorrebbe togliere la copertura dell’aborto dalle spese sanitarie pubbliche.

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Elisabetta Pittino

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